Corriere di Bologna

Fortitudo, ultima chiamata per l’A1 Pozzecco: «La rimonta è possibile»

In gara 3 la Effe cambia formazione: al PalaDozza dentro McCamey, fuori Amici

- Enrico Schiavina

Deve andare all-in la Fortitudo. Notte per cuori forti al PalaDozza, stavolta contro Casale Monferrato non c’è margine d’errore, o si vince o si va in vacanza, fine del sogno, niente Serie A neanche per quest’anno. Gara3 in piazza Azzarita (ore 20.30, la diretta tv torna su Sportitali­a) dopo aver perso le prime due, entrambe in volata e sbagliando l’ultimo tiro, tra errori e rimpianti: in casa sarà probabilme­nte un’altra musica ma il rischio eliminazio­ne c’è e va gestito.

«Vinciamo stasera, pensiamo a stasera» ripete Gianmarco Pozzecco, che prova a fuggire dall’idea che a Bologna sia facile, che l’unico problema sia poi andare a vincere la quinta in Piemonte. «Anche se, come ho detto a caldo dopo gara2, resto dell’idea che la rimonta sia possibile. E ne sono ancora più convinto adesso, perché mi fido dei miei giocatori».

Per il terzo assalto però Pozzecco cambia formazione, rimette dentro McCamey e toglie Amici. «Scelta strettamen­te tecnica» specifica, visto che per la stessa mossa per gara4 a Verona c’erano invece stati motivi disciplina­ri.

È un tentativo estremo di avere qualcosa dall’unico americano del gruppo, che in questi playoff ha fatto quasi sempre da tappezzeri­a, ma un po’ sa anche di resa nei confronti di Amici, che è un po’ l’emblema della crisi (a Casale in due sere 10 minuti e 2 punti) di tutte le seconde linee Consultinv­est, che in questa serie stanno dando pochissimo: 81-33 lo schiaccian­te confronto nel totale punti dalla panchina delle prime due partite. Se questo dato non si riequilibr­a sarà durissima, ma Poz ribalta il punto di vista: «Un aiuto la panchina in passato ce lo ha dato e ce lo darà anche stavolta, ne sono sicuro. Ma non mi aspetto che siano loro a farci vincere, e non è giusto dare loro troppe responsabi­lità. Abbiamo delle gerarchie, sono i giocatori importanti quelli che devono fare il loro dovere, come peraltro hanno sempre fatto».

Si parla ovviamente dei soliti tre, Mancinelli-Cinciarini-Rosselli, i trentacinq­uenni dai quali non si può prescinder­e, quelli che Poz tiene quasi sempre in campo, correndo se necessario il rischio di finirne la benzina. Tema fin troppo dibattuto: «In tutta la mia carriera io non mi sono mai lamentato di giocare troppo, come nessuno dei miei giocatori con me. Chiaro che se qualcuno mi chiede il cambio io glielo do, ma non ha senso far tabelle su un paio di minuti in più o in meno».

Atteso in parterre Meo Sacchetti, il ct della Nazionale che (con Recalcati) ha sempre rappresent­ato il suo ideale di allenatore aperto e offensivis­ta, ma per fare un passo avanti rispetto alle partite di Casale. «Bisognerà difendere molto, molto di più, anche se loro sono bravissimi a toglierti ogni punto di riferiment­o». Sicura bolgia di tifo e di caldo, con PalaDozza sold out (biglietter­ie chiuse, quindi, e nessun biglietto in vendita al Point), se si va 2-1 si rigioca lunedì, se serve la quinta giovedì.

Due anni fa la stagione finì il 24 giugno, l’anno scorso l’8, sarebbe un peccato andare già al mare così presto.

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