Palcoscenici intorno al mondo
«Don Giovanni» riletta dall’Orchestra di piazza Vittorio che apre l’Arena del Sole e Turandot dell’Opera di Pechino: Ert presenta 130 spettacoli in 7 teatri di 5 città e 22 nuove produzioni, 6 internazionali
Un teatro senza mura, un luogo da cui osservare ciò che ci circonda, cominciando da noi stessi. La nuova stagione di Emilia Romagna Teatro Fondazione, 130 appuntamenti e 22 nuove produzioni, sceglie come titolo «Guardati intorno»: un invito, a proseguire un viaggio dalla via Emilia con i suoi sette teatri (da nord a sud, da Modena, Vignola, Castelfranco Emilia, Bologna, fino a Cesena), ai confini del mondo e oltre, per disegnare un atlante che abbraccia anche le nostre emozioni più profonde.
È da questo principio che vengono proposte dentro un cartellone ricchissimo, 22 nuove produzioni (di cui 16 italiane), coinvolgendo grandi nomi e giovani artisti. «Abbiamo concluso un primo triennio di test come Teatro nazionale — ha sottolineato ieri Giuliano Barbolini, presidente Ert — e anche se non c’è ancora l’ufficialità (ma sarà confermata tra il 25 e il 26 di giugno, ndr), siamo pronti per iniziare un nuovo triennio con questo e riconoscimento». Solo di carattere artistico, perché in quanto alla moneta sonante nulla cambierà. È il direttore di Ert Claudio Longhi a tracciare le rotte di questo nuovo viaggio, sviluppato dalle riflessioni del convegno dello scorso febbraio, «Teatri abitatori di città». «Da quel convegno — le sue parole — nasceva l’attenzione verso la necessità di un teatro capace di rivendicare la propria natura etimologicamente politica». Perché questo, aggiunge citando il filosofo Slavoj Zizek, «è un presente di tempi interessanti», dove interessante è ironicamente usato per indicare tempi di grandi mutamenti come questi. Allora, dal futuro della scorsa stagione, ci si sposta su questo presente «glocale».
Il rapporto Oriente-Occidente è un punto focale del cartellone. Già il Teatro Storchi a debutto di stagione (il 3 ottobre, lo spettacolo debutta il 14 giugno a Ravenna Festival) propone Lettera a Nour di Rachid Benzine, co-produzione Ert con Franco Branciaroli e la regia di Giorgio Sangati, una storia il cui conflitto padre-figlia farà esplodere anche un conflitto di culture. E se L’anima buona del Sezuan, la nuova produzione de Le Belle Bandiere di e con Elena Bucci e Marco Sgrosso che debutta il 21 novembre all’Arena del Sole, ci pone brechtianamente davanti l’Oriente come, ancora Longhi, «maschera straniante per guardare l’Occidente», in un lavoro come Turandot, che segna l’incontro di Ert con l’Opera Nazionale di Pechino (al teatro Storchi a gennaio) il mito si fa cronaca. L’occhio si sposta anche sul Medioriente e qui s’inserisce il secondo step di Afghanistan (sottotitolo: Enduring freedom), dopo il primo visto nel 2016-2017, nella produzione Teatro dell’Elfo (dal 28 novembre, Arena del Sole).
Quanto a viaggi intorno al mondo, invece, non si può non citare il Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio che dall’11 al 14 ottobre inaugura il cartellone dell’Arena del Sole.
Non poteva rimanere fuori l’Europa. In questa ottica si pone la prima assoluta all’Arena di Riccardo 3 di Francesco Niccolini, con Enzo Vetrano, Stefano Randisi insieme a Giovanni Moschella (23-28 ottobre), dove il protagonista shakespeariano è catapultato nel presente col suo carico di psicosi in grado di cortocircuitare orizzonti clinici affatto rassicuranti. Un viaggio anche dentro la mente. Come lo sono, tra le altre, le produzioni internazionali Quasi niente, nuovo lavoro di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, ispirata a Deserto Rosso di Antonioni (5-10 dicembre, Arena del Sole) e l’inquietante La Maladie de la mort di Marguerite Duras che l’iconoclasta regista inglese Katie Mitchell porta in scena sempre all’Arena con Jasmine Trinca al suo debutto a teatro (13-16 novembre). Molti, ancora, gli ospiti, da Nanni Garella con una nuova produzione Ert, A piacer vostro in primavera a Bologna, a Pier Lorenzo Pisano con Per il tuo bene, Premio Tondelli, dalla Compagnia della Fortezza a Teatrino Giullare ai Rimini Protokoll. Non mancano le riprese mentre la rassegna Le Vie di Festival slitterà da ottobre a marzo 2019 (info: www.emiliaromagnateatro.com).