Di Maio, Calenda e Delrio Sul Santerno arrivano i big
Per il rush finale che porterà al ballottaggio del 24 giugno ad Imola il Pd e il Movimento Cinque Stelle schiereranno i big. Perché la posta in palio va al di là del pur importante amministrativo: per i Cinque Stelle la vittoria a Imola sarebbe un risultato storico, perché qui ha sempre governato la sinistra, mentre per il Pd difendere la città del Santerno sarebbe un segnale di vitalità. «Ci sono gli impegni di governo, ma noi contiamo assolutamente di avere Luigi di Maio a Imola negli ultimi giorni di campagna elettorale», fanno sapere da Roma i Cinque Stelle.
Ma anche il Pd gioca di rimessa e per il gran finale della campagna elettorale ha già pronti due nomi, i due big del partito in assenza di Matteo Renzi ai box ormai da qualche settimana. Si tratta del ministro uscente dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e dell’ex ministro Graziano Delrio, che sta ritagliandosi uno spazio politico all’opposizione da capogruppo alla Camera. I pentastellati, il giorno dopo il voto, sono partiti con il piede sbagliato perché la candidata del Movimento, Manuela Sangiorgi ha attaccato Matteo Salvini sull’immigrazione e sulla vicenda Aquarius. Tatticamente non un buon viatico, visto che per vincere al ballottaggio di Imola i Cinque Stelle dovranno ottenere i voti degli elettori di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Ieri, però, c’è stata la correzione di rotta e la candidata ha cambiato linea: «La coalizione di centrosinistra ormai lo ha capito: nulla è come prima. Dopo 73 anni li abbiamo portati al ballottaggio». Il refrain da qui al voto dovrebbe essere questo: insistere sulla possibilità del ribaltone senza attaccare il centrodestra, perché i voti possono arrivare solo da lì.
Il Partito democratico, guidato dal segretario Marco Raccagna, i voti invece li deve cercare un po’ ovunque. Ieri la lista di sinistra che raggruppava Sinistra italiana e Possibile ha annunciato che lascerà libertà di voto al secondo turno. Una scelta che non preoccupa più di tanto lo stesso Raccagna: «Per noi va bene, gli elettori saranno liberi di votarci nel caso». Ma non è solo a sinistra che guarda al Pd. Si cercano soprattutto i voti dei moderati, anche quei pochi (il 3,75%) che hanno votato Forza Italia al primo turno. Nei giorni scorsi il coordinatore regionale di Forza Italia, Massimo Palmizio, ha spiegato che mai e poi mai darà indicazioni di voto per i Cinque Stelle. Anche per questo il Pd ci spera.