Strage, la perizia si arena sulle macerie «Ma avanti sui carotaggi in stazione»
L’esplosivista ha incontrato i consulenti. «Perplessi sulla conservazione dei reperti»
La nuova perizia chimico esplosivistica disposta dal presidente della Corte d’Assise Michele Leoni nel processo per concorso in strage all’ex nar Gilberto Cavallini, difficilmente potrà passare dall’analisi dei reperti delle macerie della stazione. Il problema è che quel materiale, circa 250 metri cubi provenienti in gran parte dall’ex sala d’attesa crollata, è rimasto esposto per decenni alle intemperie e alla contaminazione. Come noto, infatti, le macerie sono depositate in un’ex caserma di via Prati di Caprara, senza alcuna protezione. Di qui i dubbi messi a verbale nel primo incontro avvenuto ieri l’altro tra il perito della Corte Danilo Coppe e i consulenti delle parti. «I consulenti presenti manifestano alcune perplessità — scrive Coppe — ritenute condivisibili dallo scrivente, in merito alla catena di custodia ed eventuali contaminazioni e degrado dei reperti, in particolare di quelli conservati presso il 6°reparto infrastrutture».
La nuova super perizia punterà quasi certamente su altro. Per esempio sul cartellone dell’Ente provinciale turismo che raffigura il Comunale, danneggiato dall’esplosione del 2 agosto, macchiato di sangue e conservato sotto vetro nella sala d’aspetto della stazione. Al termine della riunione il perito ha indicato altri reperti da analizzare e stilato un piano di recupero di oggetti utili. C’è l’intenzione di realizzare «alcuni carotaggi nel cratere coperto di cemento» presente in stazione. Infine il recupero di elementi utili per la perizia riguarderà anche l’Istituto di Medicina legale di Bologna, dove «dovrebbero essere ancora conservati reperti autoptici sotto alcol o formalina» e l’Università di Padova, dove «a suo tempo furono inviati alcuni campioni».
Una volta ottenuti «i campioni da valutarsi, si provvederà — ha concluso Danilo Coppe nel verbale dell’incontro —, ad effettuare le analisi presso un laboratorio idoneo». Naturalmente perito e consulenti faranno un sopralluogo all’ex caserma per visionare le macerie e capire come procedere. Ma, come già emerso in questi giorni, il lavoro necessario a stilare la perizia definitiva, a quasi quaranta anni dall’esplosione, sarà fatto principalmente sulle carte e sugli accertamenti portati avanti in tutti gli snodi processuali sul 2 Agosto. Per eseguire tutte queste operazioni serviranno autorizzazioni e preventivi di spese che dovranno essere approvati, ha chiarito il perito.
Questa mattina, intanto, riprenderà il processo che vede imputato Gilberto Cavallini con l’accusa di aver fornito protezione e supporto logistico a Francesca Mambro, Giuseppe Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini nell’esecuzione della strage. In aula comparirà l’ultimo dei condannati in via definita, Giusva Fioravanti appunto. Nelle ultime tre udienze è stata invece sentita sua moglie Francesca Mambro e ancora prima proprio Ciavardini che fu condannato con separato processo in quanto minorenne all’epoca dei fatti.