Voci dal Benassi «Accoglienza? Ho 500 euro di pensione»
«Parlare alla pancia? Funziona». Polemiche sul lavoro «volontario»
Una seduta di autocoscienza, dolorosa, a tratti tafazziana. All’Arci Benassi l’assemblea pubblica su migranti e accoglienza dopo il caso dei soci pro Salvini. «Parlare alla pancia? Funziona», riconoscono molti anziani. Attacchi alla giunta dalla comunità senegalese: «Il lavoro si paga».
«Parlare alla pancia della gente nei momenti di difficoltà sollecita gli istinti. Quando ti rimane poco da mangiare, ragioni con la pancia...». All’ingresso del circolo Arci Benassi, diventato nelle ultime settimane il simbolo della mutazione verso il leghismo di quella che fu la base del Partito (dal Pci fino al Pd), il signor Romano prova in qualche modo a comprendere le ragioni dei suoi compagni di tressette e bianchetti. Il servizio di La7 che ha fatto scoppiare il caso Arci Benassi fa ancora rumore da queste parti e stasera c’è l’assemblea pubblica per scegliere «da che parte stare», come recita il volantino.
Dalla parte dell’accoglienza per i migranti, dovrebbe rispondere ogni cuore che batte a sinistra. Ma tra i tavolini del bar, prima dell’assemblea, i dubbi restano. «Noi abbiamo da risolvere i nostri problemi, come facciamo a risolvere anche quelli degli altri?», chiede il signor Nevio, pensionato 74enne, ex socialista e oggi deluso dal Pd. «Avevo votato Renzi, ma l’ultima volta ho scelto Di Maio. Serve onestà». Di fronte a lui il signor Petazzoni, 80 anni e due occhi di ghiaccio, è tagliente. «Accoglienza? Ho 500 euro di pensione al mese, ci siamo capiti?». Anche il signor Pietro, quello «di sinistra» lo chiamano, ha i suoi dubbi. «Questa gente soffre, ma non tutti possono entrare. Uno e due va bene, poi magari tre e quattro cominciano a dare fastidio...». «Minniti aveva cominciato a lavorare bene», gli fa eco il signor Nevio, prima che la disputa degeneri sul rischio di un ritorno al Duce: «Ci state riportando lì!», si infiamma il signor Pietro.
Nella sala, mentre si attende di iniziare una lunga e a tratti dolorosa (se non tafazziana) seduta di autoanalisi, il signor Massimo («orgoglioso ex comunista, ho fatto anche il viaggio di nozze a Mosca») riflette ad alta voce. «La verità è che questo non è più il tempio del comunismo. Non è che la gente è diventata leghista, crede solo di essere una cosa e forse è una cosa diversa... Piangiamo per i 12 ragazzi nella grotta in Thailandia e non ci preoccupiamo delle centinaia che muoiono in mare. Ma lei dovrebbe parlare con quelli che restano di là (al bar, ndr) invece di essere qui». Una trentina di soci anziani preferiscono infatti InghilterraCroazia all’assemblea sulle difficoltà dell’accoglienza ai migranti. «Ma è colpa anche dell’Arci, doveva essere più presente».
In platea ci sono tesserati Arci e militanti dem, consiglieri comunali (Pd, Coalizione civica e il leghista Umberto Bosco, venuto nonostante le polemiche) e molti giovani. In fondo alla sala spicca la presenza discreta di Boubacar Dia. Ha 20 anni e viene dalla Guinea, da dove è fuggito dopo la morte della madre. È arrivato in Italia nel 2015, dopo un viaggio di 4 anni, e a Bologna ha trovato accoglienza in una comunità. Vuole fare il giornalista e su Matteo Salvini ha le idee chiare. «In Italia sto bene, non ho paura. Tanti diche cono che Salvini ha ragione e, per certi versi, lo dico anch’io. Il Pd ci ha aperto le porte e molti di noi sono stati accolti bene, come in Emilia-Romagna, ma altrove? In Sicilia ho amici che vivono nei campi e raccolgono pomodori tutto il giorno. Nei Paesi piccoli i ragazzi come me fanno paura. Se porti dove ci sono poveri dei migranti poveri, li vedranno come delinquenti. Dov’è finito il Pd? Salvini così vincerà per forza».
L’assemblea inizia in ritardo, tra i borbottii dei più anziani («dobbiamo mangiare presto noi»). Dal palco la presidente di Arci Bologna Rossella Vigneri ricorda che l’Arci Benassi «non è un circolo del Pd, ma un luogo attraversato dalle stesse paure che ci sono nel Paese». «Dobbiamo ripartire dalla cultura e dai luoghi di incontro, riconquistare la città», promette Vigneri, annunciando per l’autunno un nuovo appuntamento. Gli interventi, scanditi da un timer, raccontano però di difficoltà inaspettate per chi lavora nell’accoglienza. Come per Viola Malandra e Angela Sciavilla di Cantieri meticci, compagnia teatrale di migranti e richiedenti asilo, «respinta» dal centro anziani alla Croce del biacco. «C’era diffidenza e hanno rifiutato il nostro laboratorio, abbiamo trovato spazio nella chiesa di fronte». Parla il presidente del Cassero Vincenzo Branà, poi l’antropologo Nico Staiti, che incassa un applauso dicendo «se le leggi sull’apologia del fascismo fossero rispettate Salvini sarebbe ridotto al silenzio». Ma è l’intervento di Babacar Ndiaye, presidente dell’associazione senegalese, a pungere di più. A sinistra. «Quelli della destra li capisco, non capisco quelli di sinistra. L’assessore alla Sicurezza ha chiesto di mettere i migranti a pulire gratuitamente i muri, ma il lavoro deve essere pagato». È il primo applauso. Poi parole di apprezzamento per Guazzaloca e contro questa che «gli stranieri li ha messi in strada». Infine un’altra stoccata al Pd: «Le politiche di Salvini sono le stesse di Minniti». Nuovi applausi. Tocca all’assessore Matteo Lepore provare a spegnere la polemica. Il tempo stretto dell’intervento (e un anziano che lo invita ad «andare a casa» per aver sforato) lo costringono a parlare a margine. «I richiedenti asilo non possono essere pagati per legge e quelli sono percorsi di volontariato, non accetto di parli di schiavismo e sfruttamento». L’assemblea continua, ma al bar c’è chi preferisce il Mondiale.
” Massimo Piangiamo per i 12 ragazzi nella grotta in Thailandia e non ci preoccupiamo delle centinaia che muoiono in mare
” Babacar Quelli della destra li capisco, non capisco quelli di sinistra Hanno messo i migranti a pulire gratis i muri, ma il lavoro deve essere pagato
” Petazzoni Accogliere? Io ho 500 euro di pensioni al mese, ci siamo capiti?