«Nuovi italiani», prima frenata In regione il calo è del 25,4%
Diminuisce il numero dei «nuovi italiani» lungo la via Emilia. Nel 2017 è stato registrato un calo del 25,4% delle cittadinanze acquisite dai cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna. Quasi 6.500 naturalizzati in meno. Le motivazioni? Legate soprattutto al fatto che dieci anni fa, e tanti sono gli anni previsti dalla legge per richiedere la cittadinanza — a cui vanno poi aggiunti i tempi tecnici di lavorazione della pratica — è iniziata la crisi e gli arrivi sono progressivamente calati, principalmente a causa della restrizione dei decreti flussi per lavoratori non stagionali. Lo spiega l’ultimo report della Fondazione Leone Moressa, centro studi e ricerche sull’economia dell’immigrazione.
La provincia con il calo maggiore è quella di Forlì-Cesena che rispetto al 2016 ha registrato un meno 42,6%. La Città metropolitana di Bologna, invece, segna un -15,3%. Il Ravennate è l’unico con segno più: +5,4%. A livello nazionale il calo nel 2017 è stato del 27,3% (146.605), contro il 25,4% di calo in regione (18.853). Nonostante questo l’Emilia-Romagna, in termini assoluti, è la terza regione dopo la Lombardia e il Veneto con il maggior numero di «nuovi italiani».
«I dati Istat — si legge tra le pagine del report della Fondazione — offrono una fotografia di questo fenomeno, consentendo di avanzare alcune valutazioni sul grado di integrazione. Dopo un trend positivo dal 2006 al 2016, particolarmente intenso negli ultimi 4 anni (superata quota 100 mila nel 2013 e quota 200 mila nel 2016), per la prima volta nel 2017 si registra un calo significativo nelle acquisizioni di cittadinanza italiana: -27,3% rispetto al 2016. Rapportando questo dato alla popolazione straniera residente a inizio anno, osserviamo un tasso di naturalizzazione del 2,9% (circa 3 stranieri su 100 sono diventati italiani)».
In Emilia-Romagna si è registrato un calo nell’ultimo anno dopo un trend a lungo positivo: dal 2012 al 2017 la variazione dei «nuovi italiani» è stata del +115,6%, nella Città metropolitana di Bologna del 114,7%: i naturalizzati nel 2012 erano appena 1.893 e nel 2017 sono stati 4.065, l’anno in cui è però iniziato il calo. «I cittadini che nel 2017 hanno ottenuto la cittadinanza sono prevalentemente quelli giunti in Italia tra il 2005 e il 2007. Dal 2007, anno di inizio della crisi, gli arrivi di immigrati sono progressivamente calati, principalmente a causa della restrizione dei decreti flussi per lavoratori non stagionali. Interessante osservare, tra l’altro, come gli anni della cosiddetta emergenza immigrazione (2014-2017) abbiano fatto registrare circa la metà degli arrivi del 2007-2008. Chiaramente in quegli anni gli ingressi erano prevalentemente per motivi di lavoro, mentre oggi sono in prevalenza ricongiungimenti familiari e motivi umanitari», conclude la Fondazione Leone Moressa.