Vitalizi Zani fa ricorso «Soldi? No, onore»
L’ex parlamentare Pds-Ds: «Mi ribello all’idea di essere trattato e definito come un ladro»
Mauro Zani fa ricorso contro il taglio ai vitalizi e sfida Luigi Di Maio. «Mi ribello all’idea di essere trattato e definito come un ladro». Non sono i soldi, dice l’ex segretario bolognese del Pds-Ds e deputato per due legislature, che pure ne perderà con il ricalcolo voluto dal presidente della Camera Roberto Fico, passando da 8.455 euro lordi a 5.123 euro lordi. A Zani non va giù una frase del ministro del Lavoro, quando ha detto che «non si tratta di diritti acquisiti, ma di privilegi rubati».
Per l’ex leader del fu partitone bolognese è una questione di rispetto e di orgoglio. «Tu — scrive su Facebook rivolgendosi a Di Maio — sei andato in Parlamento grazie a meno di 200 voti presi alle tue Parlamentarie. Prima ancora ne hai preso meno di 80 e non sei stato eletto nel tuo Comune. Io l’ultima volta ho avuto 93.300 preferenze per l’elezione al Parlamento europeo». In più, continua Zani, «ho fatto vent’anni di “gavetta” prima di entrare in Parlamento all’età di 45 anni. Ergo faccio ricorso contro la tua ignobile, vigliacca vendetta nei confronti di chi faceva politica quando ancora tu non eri nato».
L’ex segretario dei Ds conosce bene però le regole del gioco: «So che il popolo sta con te e so che il popolo sbaglia a volte». Ma nonostante questa sua battaglia possa per alcuni risultare impopolare, vuole metterci «la faccia». C’è da dire che la sua invettiva contro Di Maio non è passata inosservata tra gli utenti di Facebook. Il suo post ha ottenuto
” Ho fatto vent’anni di gavetta prima di entrare in Parlamento a 45 anni, questa è una vendetta vigliacca
656 like e 164 condivisioni. Non pochi per chi da anni ha deciso di uscire quasi completamente dal giro della politica. «E questo mi fa sperare che il mio pessimismo si dimostri tra qualche tempo infondato». Perché il vero problema, conclude Zani, «è la necessità di reagire allo sputtanamento della politica tout court». Se non è possibile in un’aula di Parlamento, va bene anche in quella di un Tribunale.