Profughi, il prefetto «Dimezzeremo i tempi delle richieste d’asilo»
L’esordio di Impresa: dimezzeremo i tempi per le pratiche dei richiedenti asilo
” I mini Daspo? Credo per buonsenso che quando ci sono esperienze positive sia bene portarle avanti, magari perfezionandole
La prima grana per il nuovo prefetto di Bologna arriva dalle cooperative che lavorano con i richiedenti asilo e che lamentano un credito di 8 milioni di euro con il Viminale. «Non conosco la situazione — ha spiegato ieri Patrizia Impresa nel suo primo incontro con la stampa a Palazzo Caprara — ma ce ne faremo carico, non credo che ci saranno problemi a saldare quanto dovuto».
La gestione delle politiche di immigrazione e dei richiedenti asilo, nel nuovo contesto politico che vede il leghista Matteo Salvini al Viminale, sarà il primo vero banco di prova per il prefetto che raccoglie la difficile eredità di Matteo Piantedosi, scelto proprio da Salvini come capo di gabinetto al Viminale. La nuova avventura di Impresa, già prefetto di Padova, si apre però con una buona notizia. Qualche giorno fa in Prefettura sono arrivati dieci nuovi funzionari che aiuteranno a smaltire le pratiche con un obiettivo ambizioso: dimezzare i 18 mesi che servono in media per concludere la pratica di un richiedente asilo.
La Lega ieri ha espresso soddisfazione per i rinforzi che andranno a potenziare la commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato politico. La politica vive di accelerazioni e annunci e si potrebbe pensare che la svolta sia dovuta all’arrivo di Salvini, ma non è così: il potenziamento del personale è un percorso amministrativo iniziato quando al Viminale c’era Marco Minniti.
«Sono contenta e orgogliosa di essere venuta a Bologna — ha detto Impresa — perché nell’immaginario dei pre-
Le partite aperte
Prudenza sui fronti caldi, come degrado e Montagnola: «Studierò tutti i dossier»
fetti è una sede a cui si viene destinati se si lavora bene». Non è semplicissimo venire dopo Matteo Piantedosi e il nuovo prefetto ne ha piena consapevolezza. Le ha dato consigli? Qualche raccomandazione? «Mi ha fatto capire che teneva moltissimo a questa città, dove ha vissuto un’esperienza che considera particolarmente significativa. All’inizio Piantedosi era un po’ invidioso perché ricordava solo le cose belle di Bologna, poi mi ha detto che ci sono anche dei problemi e che però si possono affrontare potendo contare su una rete istituzionale, amministrativa e politica che supporta chi ricopre il mio incarico, perché qui prevalgono dialogo, buon senso e sinergia istituzionale».
Non è sempre così, ma il ritratto fatto da Piantedosi al nuovo prefetto non è troppo distante dalla realtà. Non si sbilancia ancora sui temi caldi sul fronte degrado e sicurezza da piazza Verdi alla Montagnola («Dovrò studiare tutti i dossier»), ma ai cronisti che le chiedono se ha intenzione di continuare la politica dei mini Daspo inaugurata dal suo predecessore risponde così: «Credo per buonsenso che quando ci sono esperienze positive sia bene portarle avanti, magari perfezionandole».