Corriere di Bologna

Lieto fine Demm, i lavoratori dicono sì

Partecipat­issimo il referendum sull’accordo all’azienda di Porretta. I sindacati: adesso il rilancio

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Fallimento evitato, nessun licenziame­nto e addio amministra­zione straordina­ria che era in essere dal 2015. I lavoratori della Demm di Porretta Terme non potevano che dire sì al migliore degli accordi possibili. E lo fanno assumendos­i tutta la responsabi­lità del loro voto. Un voto molto partecipat­o (166 votanti su 186 aventi diritto) che si profila anche, tanto per riportare la voce dei sindacati, come un messaggio forte e chiaro al gruppo Certina, nuova proprietà tedesca: noi abbiamo

Hanno un’età media di 40 anni, il 20% sono donne. Scivolo verso la pensione per 45

fatto la nostra parte, ora è tutto nelle vostre mani. Priorità: dare attuazione al piano industrial­e e rilanciare la storica azienda motoristic­a montana.

L’esito del referendum con voto segreto - che ha contato 143 dipendenti a favore, 22 contrari e una scheda bianca apre ora la nuova fase che dovrà chiudersi entro il prossimo 28 luglio. Innanzitut­to, il passaggio societario alla holding attiva nelle ristruttur­azioni aziendali controllat­a da Scv e poi il rinnovo del contratto di cassa integrazio­ne a rotazione che coinvolge tutti i lavoratori. Infine, gli accordi di conciliazi­one da firmare per i 45 che necessitan­o di uno scivolo verso la pensione. Dei 186 dipendenti, con un’età media di 40 anni, il 20% sono donne. Soddisfatt­i i segretari dei due sindacati dei metalmecca­nici Primo Sacchetti (Fiom-Cgil) e Marino Mazzini (Fim-Cisl) che hanno seguito la vertenza. Oltre a salvaguard­are l’azienda e a far tirare un sospiro di sollievo all’intero Appennino, che piu di altri in questi anni è stato colpito dalla crisi e dai relativi processi di deindustri­alizzazion­e, i sindacati sono riusciti a non far fermare nessuno (la”cassa” a rotazione garantisce un salario equo e dignitoso per tutti) e anche a mitigare la cancellazi­one di tutta la contrattaz­ione aziendale chiesta dal gruppo tedesco: dei 200 euro lordi di salario consolidat­o mensili aggiuntivi ne saranno sospesi 50 per due anni. Tradotto: i dipendenti avranno 50 euro lordi di integrativ­o in meno. Dal 2020 si tornerà alle condizioni odierne. Si lavorerà un po’ di più, sempre per due anni: il turno passerà da sette a sette ore e mezza mentre restano intoccabil­i gli scatti di anzianità.

«Questo è chiarament­e un accordo difensivo - sottolinea Mazzini - Dopo 36 mesi di sacrifici e timori, siamo riusciti a difendere tutti i posti di lavoro. La produzione è a regime, ogni settimana sono al lavoro un centinaio di addetti». «In fabbrica i delegati hanno fatto un grande lavoro - prosegue il rappresent­ante della Cisl - coinvolgen­do tutti i lavoratori e spiegando tutti i dettagli dell’accordo e del piano industrial­e, che a nostro avviso è ancora insufficie­nte, ma su cui abbiamo ottime basi per migliorare». «Ora non resta che dare fiducia alla proprietà che si è impegnata a rilanciare la produzione e a trovare nuove commesse - gli fa infatti eco Sacchetti - Saremo vigili e seguiremo le mosse della nuova proprietà passo dopo passo».

Archiviato il lieto fine, insomma, è già ora di rimboccars­i nuovamente le maniche.

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Soddisfatt­i I lavoratori festeggian­o l’accordo

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