Lieto fine Demm, i lavoratori dicono sì
Partecipatissimo il referendum sull’accordo all’azienda di Porretta. I sindacati: adesso il rilancio
Fallimento evitato, nessun licenziamento e addio amministrazione straordinaria che era in essere dal 2015. I lavoratori della Demm di Porretta Terme non potevano che dire sì al migliore degli accordi possibili. E lo fanno assumendosi tutta la responsabilità del loro voto. Un voto molto partecipato (166 votanti su 186 aventi diritto) che si profila anche, tanto per riportare la voce dei sindacati, come un messaggio forte e chiaro al gruppo Certina, nuova proprietà tedesca: noi abbiamo
Hanno un’età media di 40 anni, il 20% sono donne. Scivolo verso la pensione per 45
fatto la nostra parte, ora è tutto nelle vostre mani. Priorità: dare attuazione al piano industriale e rilanciare la storica azienda motoristica montana.
L’esito del referendum con voto segreto - che ha contato 143 dipendenti a favore, 22 contrari e una scheda bianca apre ora la nuova fase che dovrà chiudersi entro il prossimo 28 luglio. Innanzitutto, il passaggio societario alla holding attiva nelle ristrutturazioni aziendali controllata da Scv e poi il rinnovo del contratto di cassa integrazione a rotazione che coinvolge tutti i lavoratori. Infine, gli accordi di conciliazione da firmare per i 45 che necessitano di uno scivolo verso la pensione. Dei 186 dipendenti, con un’età media di 40 anni, il 20% sono donne. Soddisfatti i segretari dei due sindacati dei metalmeccanici Primo Sacchetti (Fiom-Cgil) e Marino Mazzini (Fim-Cisl) che hanno seguito la vertenza. Oltre a salvaguardare l’azienda e a far tirare un sospiro di sollievo all’intero Appennino, che piu di altri in questi anni è stato colpito dalla crisi e dai relativi processi di deindustrializzazione, i sindacati sono riusciti a non far fermare nessuno (la”cassa” a rotazione garantisce un salario equo e dignitoso per tutti) e anche a mitigare la cancellazione di tutta la contrattazione aziendale chiesta dal gruppo tedesco: dei 200 euro lordi di salario consolidato mensili aggiuntivi ne saranno sospesi 50 per due anni. Tradotto: i dipendenti avranno 50 euro lordi di integrativo in meno. Dal 2020 si tornerà alle condizioni odierne. Si lavorerà un po’ di più, sempre per due anni: il turno passerà da sette a sette ore e mezza mentre restano intoccabili gli scatti di anzianità.
«Questo è chiaramente un accordo difensivo - sottolinea Mazzini - Dopo 36 mesi di sacrifici e timori, siamo riusciti a difendere tutti i posti di lavoro. La produzione è a regime, ogni settimana sono al lavoro un centinaio di addetti». «In fabbrica i delegati hanno fatto un grande lavoro - prosegue il rappresentante della Cisl - coinvolgendo tutti i lavoratori e spiegando tutti i dettagli dell’accordo e del piano industriale, che a nostro avviso è ancora insufficiente, ma su cui abbiamo ottime basi per migliorare». «Ora non resta che dare fiducia alla proprietà che si è impegnata a rilanciare la produzione e a trovare nuove commesse - gli fa infatti eco Sacchetti - Saremo vigili e seguiremo le mosse della nuova proprietà passo dopo passo».
Archiviato il lieto fine, insomma, è già ora di rimboccarsi nuovamente le maniche.