Corriere di Bologna

Il Cesena, la Reggiana e le altre Così crolla il calcio di provincia

Da Agostini ad Ancelotti, tante sfide contro i rossoblù

- di Claudio Beneforti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il Cesena fino a lunedì 16 era l’unica squadra dell’Emilia Romagna a non aver mai vissuto un fallimento. Questo è stato un giorno tremendo per il calcio della nostra regione, considerat­o che la Reggiana non si è iscritta al campionato di serie C. Morale: le due squadre si ritroveran­no tra qualche mese nello stesso campionato, quello di serie D.

Bologna, Cesena e Reggiana, sì, è stata una collana di sfide negli anni passati, soprattutt­o tra i rossoblù e i bianconeri di Romagna. Alcune cariche di significat­i. Come quella della stagione ‘75-’76, quando il Cesena per differenza reti strappò al Bologna la possibilit­à di partecipar­e alla Coppa Uefa: pari tra gol fatti e subiti per gli uomini di Bruno Pesaola, più 4 per quelli di Pippo Marchioro. In quel Bologna giocavano Roversi, Cresci, Cereser, Bellugi, Colomba, Chiodi, Vieri, Rampanti e Clerici. Di quel Cesena facevano parte Boranga, Ceccarelli, Cera, Valentini, Festa, Frustalupi, Rognoni, Gil De Ponti, Bertarelli, Zuccheri, Giorgio Mariani.

Passiamo alla serie B del 1985-’86, quella del clamoroso rifiuto del Condor Massimo Agostini a trasferirs­i dal Cesena al Bologna. Per campanilis­mo? «Assolutame­nte no, solo perché Gino Corioni non rispettò i patti. Il campanilis­mo tra i tifosi delle due squadre nacque subito dopo». A raccontare quella storia avvelenata è lo stesso Agostini. «Avevo già detto sì e con gioia al Bologna, ma quando mi accorsi che erano state cambiate le carte in tavola, decisi di rimanere a Cesena. Tra l’altro le due squadre lottavano per andare in serie A e alla fine non ci andammo noi e non ci andarono loro». Cosa successe? Leggete qua: «Adelio Moro e Mosconi erano i collaborat­ori di Corioni, tutto era stato fatto su una carta da stampante e quando ci mettemmo al tavolo per chiudere l’affare le condizioni erano diverse da quanto era stato concordato in precedenza. Risposi che non avrei mai accettato e finì che tutti e tre fummo squalifica­ti. E il brutto è che la squalifica di un mese mi costrinse a saltare 4 partite decisive di campionato, il che comportò la mancata promozione del Cesena. Se vi ricordate, l’anno successivo passai alla Roma».

Tra Cesena e Bologna non è mai stato un idillio, quei versi che si ispirano a Romagna mia cantati dai tifosi rossoblù, i cori sempre ostili dei tifosi bianconeri. Negli ultimi anni ogni sfida è stata una battaglia. Quella del Cesena allenata da Arrigoni che vinse al Dall’Ara con un gol di Parolo rovinò il pranzo al Bologna di Pioli, Ramirez e Diamanti. Lo stesso Arrigoni qualche anno prima aveva riportato il Bologna di Alfredo Cazzola in serie A. Al di là di quella vittoria, il Cesena lo chiuse male il campionato: Arrigoni rassegnò le dimissioni e il Cavallucci­o alla fine retrocesse in serie B.

Tra Bologna e Reggiana ricordiamo la sfida del ‘95-’96 in serie B, quando Renzo Ulivieri fece meglio di Carletto Ancelotti. Tutte e due le squadre conquistar­ono la A, ma quel campionato il Bologna lo vinse mentre la Reggiana arrivò quarta. Era una «Regia» piena di giocatori importanti: Ballotta, Tonetto, Alessandro Mazzola, Simutenkov, Schenardi, Strada, Leo Colucci, De Napoli, Gregucci. Una curiosità: da quella Reggiana il Bologna aveva acquistato Dario Morello, a Reggio Emilia dal ‘90 al ‘94, che sotto le Due Torri divenne l’uomo delle Notti Magiche, per i suoi gol nelle partite della sera.

Nemmeno il Bari lunedì si è iscritto alla serie B, è un’altra squadra importante che scompare dal calcio che conta, in questo triste crollo della provincia. Il Bologna dal Bari ha acquistato due uomini che hanno scritto un pezzo della sua storia, Kennet Andersson e Klas Ingesson, che ci ha lasciato nell’ottobre del 2014.

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Condor Massimo Agostini con la maglia del Cesena a fine anni Ottanta

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