Il commissario Ricciardi nella Napoli anni Trenta
All’Archiginnasio, De Giovanni con il nuovo romanzo
È una bella notte di maggio. Un pescatore dirige la sua barca verso terra, godendo l’aria serena e i raggi della prima luce del giorno. Siamo nel mare di Napoli e ce n’è abbastanza da cadere quasi nella cartolina. Ma quelle prime luminescenze rivelano un fagotto nero su uno scoglio sotto una villa. Il pescatore scopre un corpo, quello di un padre gesuita, un santo, un teologo, un ascoltato confessore, un padre spirituale...
Prende l’avvio da questo mistero, che lascia intuire pressioni di ogni tipo sulle indagini, l’ultimo romanzo di Maurizio De Giovanni, scrittore amatissimo. Non siamo qui, però, ai tempi attuali del commissariato dei «bastardi» di Pizzofalcone, reso noto dalla famosa serie televisiva con Alessandro Gassmann. Siano negli anni Trenta, ai tempi del fascismo, e l’investigatore è il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, barone di Malomonte, un nobile nativo del Cilento, da dove si è allontanato con una vecchia governante dopo la morte dei genitori per studiare legge e entrare, poi, nella polizia. L’ultimo romanzo dello scrittore napoletano classe 1958, Il purgatorio dell’angelo. Confessioni per il commissario Ricciardi sarà presentato stasera alle 21 dall’autore in dialogo con Pier Damiano Ori nel cortile dell’Archiginnasio nell’ambito della rassegna «Stasera parlo io», voluta dall’Istituzione biblioteche del Comune, da Librerie Coop e sostenuta da Unipol Banca.
In esso si sviluppano e arrivano al pettine vari snodi annunciati negli episodi precedenti che hanno per protagonista il barone poliziotto. Mentre si muove in un ambiente insidioso, Ricciardi vede maturare la sua storia d’amore con Enrica. Il padre di lei ha dato l’assenso al rapporto. Ma i più grossi dubbi li nutre proprio il commissario, definito «enigmatico, strano poliziotto». Perché crede di aver ereditato dalla madre la follia: arriva a percepire le ultime parole e le ultime sensazioni di persone, e sono tante, che ha visto morire; le rivede come fantasmi nel luogo della dipartita. Nel romanzo torna il brigadiere Maione, che ha perso il figlio Luca, anch’egli poliziotto, e cerca di sostituirlo riversando la sua simpatia su un giovane milite che gli assomiglia. In una Napoli 1933 piena di cantieri che le stanno cambiando la pelle, ci saranno rapine così abili che lo faranno impazzire: sarà come sempre il femminiello Bambinella a far imboccare la strada giusta per risolvere il caso…