L’utopia americana di David Byrne
Stasera il geniale fondatore dei Talking Heads è sul palco del Pala De Andrè per una tappa del tour mondiale legato all’ultimo disco Con lui una numerosa band di musicisti rigorosamente in completi di colore carta da zucchero che suonano strumenti altamen
La sezione dedicata alla musica e alle sonorità americane di Ravenna Festival si chiude questa sera al Pala De André (ore 21, biglietti da 20 a 60 euro) con la tappa del tour mondiale di David Byrne.
L’artista statunitense è in giro da quarant’anni e nel 1977 si permetteva di cantare, con i suoi Talking Heads, un brano entrato nella leggenda, ovvero Psycho killer.
La band era nata a New York e sgomitava insieme a nomi di alto «rango» artistico (anche se riconosciuto più tardi) come Ramones, Patti Smith, Blondie, Television sul palco del soprannominato «buco più lurido» della città, il CBGB. I Talking Heads, attivi fino al 1991, erano «l’intellighenzia» della new wave che si divertiva a stringere in una morsa mortale il post punk. Il loro tour intitolato «The name of this band is Talking Heads» è considerato da tanti il miglior tour mai realizzato da una rock band, come lo storico e già leggendario film documentario del 1984, Stop making sense. Era quindi molto difficile poter eguagliare o superare i Talking Heads. Invece, il loro frontman, il signor David Byrne, ci è riuscito appieno. La sua carriera solista è iniziata in contemporanea con l’esistenza del gruppo nel 1981 e da quel momento David si è permesso di collaborare con Brian Eno, St. Vincent, Fat Boy Slim, Anna Calvi, Ryuichi Sakamoto (con cui ha vinto un Oscar, un Golden Globe e un Grammy Awards per la colonna sonora del kolossal L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci), ha fondato una casa discografica di world music (una delle sue passioni), ha prodotto pièce teatrali e ha scritto libri, saggi e romanzi dai temi più disparati.
Diari della bicicletta, per esempio — uno dei suoi titoli più celebri — racconta il suo rapporto con questo mezzo di locomozione, mentre Come funziona la musica è uno studio molto approfondito dell’aspetto sociale di questa arte. Un libro che tutti gli appassionati delle sette note dovrebbe tenere sul comodino. Poliedrico, innovatore, curioso patologico, il suo ultimo album, dal titolo American utopia, ha segnato il suo ritorno nei negozi a distanza di 14 anni dal precedente capitolo solista ed è stato salutato con grande affetto da pubblico e critica.
Dal vivo David è accompagnato dai suoi fidati musicisti (numerosi come una squadra di calcio), che in un impeccabile completo color carta da zucchero si muovono completamente liberi da cavi e strumenti ancorati sul palco. Un concerto altamente tecnologico che però si muove tra ritmi tribali e sonorità primitive. Byrne è un ciclista/artista che dietro di sé ha creato una lunga scia di estimatori. Pedalate gente, pedalate.