M5S, un altro epurato in Regione
Il collegio di garanzia del movimento caccia Sassi: «Non ha rispettato i versamenti per il microcredito» Il consigliere: «Le regole? Non sempre vengono applicate». Andrà nel gruppo misto
Fuori un altro. Il consigliere regionale Gianluca Sassi è stato definitivamente espulso dai Cinque Stelle per la vicenda dei mancati versamenti al fondo del microcredito, un caso che aveva riguardato anche altri esponenti del Movimento tra parlamentari e consiglieri regionali che però sono stati graziati. Quella di Sassi è solo l’ultima di una lunga serie di espulsione che hanno decimato una intera classe dirigente. Il Movimento chiede le sue dimissioni ma lui non se ne andrà e aderirà al gruppo misto.
Un altro espulso nei Cinque Stelle. Il collegio di garanzia del Movimento ha deciso di cacciare definitivamente il consigliere regionale Gianluca Sassi per la vicenda dei mancati versamenti al fondo per il microcredito creato dai Cinque Stelle. Il caso aveva riguardato molti altri esponenti del movimento, parlamentari come Giulia Sarti e consiglieri regionali come la capogruppo in Regione Silvia Piccinini, poi «assolta».
Difficile entrare nel dettaglio delle motivazioni e capire se ci siano ragioni di merito diverse tra i singoli casi, ma di sicuro Sassi non mette la mano sul fuoco riguardo l’obiettività della «giustizia» interna del M5S. «Prendo atto che il Movimento, o meglio, chi lo rappresenta — ha detto ieri Sassi — non ha voluto in nessun modo ascoltare le mie ragioni che ritengo ancora oggi completamente fondate e ampiamente documentate.
Per il Movimento l’ex pentastellato «deve rassegnare subito le dimissioni»
Evidentemente le regole a volte si interpretano e a volte no».
Il consigliere regionale era stato sospeso in via cautelare a febbraio e aveva dichiarato di aver restituito una parte consistente del suo stipendio da eletto, trattenendo però un po’ della somma a causa di problemi precedenti con Equitalia. Il collegio dei probiviri ha però respinto il ricorso, anche se secondo Sassi con «motivazioni inconsistenti e superficiali». Insomma, il Movimento non ha creduto alle giustificazioni del consigliere regionale. Quella di Sassi è l’ennesima espulsione di un eletto a Cinque Stelle sulla via Emilia: con i parlamentari eletti a Bologna, i consiglieri comunali, i consiglieri regionali che sono stati cacciati dal Movimento ci si potrebbe fare una squadra di calcio, riserve comprese. Adesso è il turno di Sassi. E a questo punto si apre il solito schema: il Movimento chiede le dimissioni, ma il consigliere resta al suo posto fino alla fine del mandato.
«Deve rassegnare immediatamente le dimissioni da consigliere — si legge in una nota del M5S— adesso che l’iter si è concluso non ci sono più ragioni perché continui a sedere sui banchi dell’Assemblea legislativa». E ancora: «A questo punto l’unico gesto in coerenza con quanto il Movimento sta portando e ha portato avanti in questi anni è quello di rassegnare le dimissioni».
Per la cronaca, non l’ha mai fatto nessuno in tutti i casi precedenti e anche Sassi seguirà
” Voglio portare a termine il mandato per il quale sono stato eletto nel 2014, continuerò a sostenere le battaglie politiche del M5S
lo stesso orientamento dei tanti che l’hanno preceduto. Il consigliere regionale l’ha spiegato molto chiaramente anche ieri: «La mia posizione politica in questi mesi non è cambiata e credo che anche questo provvedimento di espulsione non la sposterà di un millimetro». E ancora: «La mia intenzione è quella di portare a termine il mandato per il quale sono stato eletto nel 2014 e continuerò a sostenere le battaglie politiche del Movimento nei modi e con gli strumenti che avrò a disposizione». Sassi andrà a far parte del gruppo misto e rimarrà dunque al suo posto fino alla scadenza del mandato, che terminerà nel novembre del 2019. Alle prossime elezioni però non sarà della partita e dovrà cercarsi un’altra sponda politica se vorrà restare in viale Aldo Moro.