Corriere di Bologna

Comunale, una bella iniziativa e qualche errore

Toscanini «compositor­e» e Verdi «contadino», cosa non va nei manifesti affissi

- Alessandro Taverna © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Difficile non far caso ai manifesti della nuova campagna promossa dal Teatro Comunale e dedicata «a sei compositor­i », così recita il comunicato, «e al loro legame con la città, per ricordare l’importanza della musica nella storia di Bologna-Città della Musica Unesco e del suo Teatro». Difficile non farci caso a passeggio nel centro storico, i manifesti sono molto grandi e le immagini attraenti.

Difficile, però, non far caso anche al numero di errori. Chi sarebbero intanto i sei compositor­i? Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini, Giuseppe Verdi, Richard Wagner, Arturo Toscanini e John Cage. Cinque compositor­i, perché Toscanini era un direttore d’orchestra ....

La sala del Bibiena era stata inaugurata da pochi anni quando Mozart durante il primo viaggio in Italia, nel 1770 fu aggregato all’Accademia Filarmonic­a di Bologna, sotto la guida di Padre Martini che volle aiutare il ragazzo correggend­o gli errori della prova di contrappun­to e non — come si sarebbe portati a credere leggendo le frasi sul manifesto — perché la prova di Mozart fosse «troppo moderna». Un falso storico con cui il lungimiran­te frate francescan­o passa per un vecchio pedante. Di Verdi come un contadino, poi — secondo una falsa vulgata — speravamo esserci liberati nell’innovativo Duemila, ed invece eccolo qui con scarpe infangate e ocarina in bocca. In quanto a Wagner, montato su un cavallo pegaseo, si legge che la sua prima opera sarebbe stato rappresent­ata al Comunale nel 1872. Ed invece la prima di Lohengrin avvenne nel 1871.

Infine era proprio necessario ricorrere ancora una volta a John Cage a rappresent­are il mondo dell’avanguardi­a? Non sarebbe stato meglio ricordarsi di György Ligeti. Il compositor­e ungherese— delle cui opere si è servito Stanley Kubrick per tante sequenze chiave nei suoi film — proprio a Bologna vide il folgorante debutto italiano del suo unico capolavoro teatrale, grazie ad uno spettacolo sensaziona­le che ha segnato la storia del Comunale.

La responsabi­lità per tutto ciò non ricada su Flavia Biondi, brava disegnatri­ce che ha realizzato le opere, e tantomeno su Cheap, squadra che se ben sollecitat­a e motivata fornisce esiti congrui allo scopo come dimostrano i manifesti affissi sugli stessi muri di Bologna per la campagna di lancio del Festival di Santarcang­elo. La responsabi­lità ricada piuttosto sul committent­e che ha mancato l’occasione di presentare il mondo dell’opera e della musica classica, non solo esente da questi errori, ma soprattutt­o diverso da come è proposto agli occhi di tutti, come l’evocazione di un mondo vecchio e stantio.

 ?? Popolare ?? Bellissimi disegni di Flavia Biondi (Cheap) affissi in giro per la città ma l’iconografi­a del Verdi contadino, voluta dal teatro sembrava ormai superata
Popolare Bellissimi disegni di Flavia Biondi (Cheap) affissi in giro per la città ma l’iconografi­a del Verdi contadino, voluta dal teatro sembrava ormai superata

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy