«Goodfellas» Scorsese e i suoi gangster
Piazza Maggiore Stasera, sul mega schermo, un altro capolavoro del cineasta americano, che ne ha confidato la genesi : «Marlon Brando mi ha sconsigliato di girare questo film, poi Michael Powell ha letto la sceneggiatura mi ha detto: È pieno di humour, e
I gangster, i quartieri malfamati di New York, la durezza della vita quotidiana e le emozioni che si piegano alla violenza. Martin Scorsese riesce a raccontare questi e altri temi sempre con narrazioni e sguardi nuovi. L’ha fatto anche con Quei bravi ragazzi, che si potrà vedere questa sera sul mega schermo di piazza Maggiore. Dopo la visita di Martin Scorsese al Cinema Ritrovato, ormai un mese fa, la Cineteca torna sui grandi capolavori del cineasta americano, proponendo appunto, stasera, alle 21.45, nel cartellone di «Sotto le stelle del cinema», Quei bravi ragazzi (Goodfellas), tratto nel 1990 dal libro Wiseguy di Nicholas Pileggi. Nel cast, Ray Liotta, Robert De Niro, Joe Pesci.
Così, ricorda in una nota la Cineteca, lo stesso Martin Scorsese racconta la nascita del film : «Quando ero a Chicago e stavo girando Il colore dei soldi, lessi sulla «New York Review of Books» la recensione di un libro di Nicholas Pileggi che si intitolava Wiseguy. A quanto pare, Nick era il Virgilio che guidava il lettore attraverso l’inferno e il purgatorio della malavita. Irwin Winkler mi chiese se mi interessava. Gli dissi di sì, e comprò i diritti. Il motivo fu perché Nick raccontava una storia nota in modo diverso. Parlava di stili di vita, e del fascino pericoloso di queste persone. Ma poi ricordo che Marlon Brando mi disse: “Non fare un altro film di gangster. Hai fatto Mean Streets, hai fatto Toro scatenato. Risparmiati questo”. Quasi mi convinse, tant’è che dissi a Michael Powell che non avevo più voglia di fare un film trat- to dal libro di Pileggi. Michael Powell tornò nel suo appartamento con Thelma Schoonmaker, che aveva sposato subito dopo Toro scatenato. Non ci vedeva più, così si fece leggere la sceneggiatura da lei. Mi ricordo che ero in sala di montaggio quando ricevetti la sua telefonata: “La sceneggiatura è magnifica. Devi farlo. È pieno di humour, e nessuno ha mai parlato così di questo genere di vita”. E così l’ho fatto». E il film ha conquistato sei candidature e un premio al miglior attore non protagonista (Joe Pesci) agli Oscar. Fra i vari riconoscimenti ha pure ottenuto cinque candidature ai Golden Globe mentre il Festival di Venezia ha accordato a Scorsese il Leone d’argento come premio speciale alla regia.
Il tono grottesco e la scelta dei personaggi rendono la vicenda particolarmente originale. La lente dello sguardo profondo e disincantato di Scorsese hanno fatto il resto. Ecco dunque la storia di Henry e della sua scivolata senza ostacoli nella vita criminale in un contesto che non concede molte scelte e alternative . Una parabola costellata di inganni che trascina anche i suoi amici. Dall’adolescenza fino alla maturità.