Nonni in risciò. E la memoria riaffiora
Silvia e Cinzia portano a spasso su due ruote gli anziani nei luoghi dell’infanzia
Tutti hanno diritto al vento tra i capelli. Anche le persone molto anziane, soprattutto quelle sole. Così Silvia e Cinzia hanno deciso di portarle in giro in bici per la città seguendo i loro ricordi.
Tutti hanno diritto al vento tra i capelli. Anche le persone molto anziane. Soprattutto quelle sole. Questo hanno pensato Silvia e Cinzia quando, uniche in Italia, hanno importato a Bologna un’esperienza nata nei Paesi del Nord. Si chiama «In bici senza età» e, per ora, è un progetto che si sta realizzando insieme agli anziani di Villa Paola, casa di riposo gestita dalla cooperativa Dolce. Gli anziani tutte le settimane vengono caricati a coppie su una cargo bike e portati in giro per la città seguendo la traccia (a volte sbiadite) dei loro ricordi, dei luoghi del cuore della loro vita passata, delle case che li hanno visti crescere. Loro salgono, indicano a Silvia e Cinzia dove vogliono andare, iniziano a raccontare la loro Bologna, oppure sono Silvia e Cinzia che fanno loro scoprire posti nuovi, anche underground.
«Abbiamo portato persone di 90 anni a prendere l’aperitivo all’XM24, al Mercato Sonato, al Vag61», raccontano le due ideatrici del progetto, partito in modo assolutamente volontario. L’idea è venuta a Silvia Casoni, dipendente di una piscina a San Lazzaro, due anni fa. Appassionata di biciclette, ne ha acquistata una nel negozio di un rivenditore in San Donato noto per avere tra i suoi prodotti bici speciali e cargo bike. Insieme hanno pensato di bussare al portone di Villa Paola per proporre il progetto. Poi lui si è sfilato, lei è rimasta, ma nell’associazione è entrata formalmente Cinzia Franchitti, giovane educatrice che da tre anni lavora con gli anziani nella casa di riposo nei pressi di via Libia. «Usciamo — racvono conta Silvia — e li portiamo sui luoghi dei loro ricordi. Ci fanno scoprire cose di Bologna che non sapevamo, ci indicano posti che sono stati trasformati. Loro stanno meglio e noi veniamo nutrite dai loro racconti e dal loro affetto».
C’è Maria, un’ex modella delle sorelle Fontana, che racconta quali negozi di moda c’erano una volta in via Indipendenza. C’è Aldina, 95 anni, quasi cieca che vuole sempre tornare a vedere le rose del giardino di casa sua, dove vi- ancora i figli. C’è Mirta, che dice sempre di stare male, ma poi dalla bici non vuol più scendere. C’è Luciano, anziano con problemi psichiatrici, entusiasta del giro in cargo bike. C’era Franca, che adesso non c’è più, che per Silvia e
Si chiama «In bici senza età» e coinvolge gli anziani della casa di riposo Villa Paola
Cinzia era diventata come una nonna. «Siamo andate a tenerle la mano in ospedale, il giorno in cui se n’è andata», raccontano.
La bici e la possibilità di uscire dal solito contesto della casa di riposo sono una «medicina» per gli anziani di Villa Paola. «La bici è una terapia non farmacologica — spiega Cinzia, che si inventa ogni giorno attività da fare con gli anziani — che riesce a restituire libertà agli anziani che per ragioni sanitarie o sociali vivono all’interno delle case di riposo. Li fa sentire vivi spostarsi senza impedimenti e guardare il mondo, e abbiamo riscontrato effetti benefici anche nei pazienti con Alzheimer e deficit cognitivi». Adesso Silvia e Cinzia avrebbero bisogno di bici nuove e di una «truppa» di volontari disposti a pedalare per trasportare gli anziani in città e stringere con loro una relazione. Il sito internet, che come slogan ha proprio «Il vento nei capelli è un diritto di tutti», c’è già. Mancano le risorse per crescere e sostenere altri anziani adesso. «Vorremmo espanderci ad altre strutture — spiega Silvia — ma servono volontari e mezzi, avvieremo una campagna di crowdfunding e cercheremo contatti con chi si occupa di sociale e cura degli anziani». Intanto Silvia e Cinzia pedalano da sole. «Abbiamo portato alcuni di loro anche a fare del bike trekking in provincia, siamo andate molto lontano per riportare alcuni nonni nel paese dove vivevano. Il loro sguardo si è riaperto all’orizzonte per un giorno». E i loro capelli sono tornati a muoversi nel vento.
” Usciamo e li portiamo sui luoghi dei loro ricordi Ci fanno scoprire cose di Bologna che non sapevamo, ci indicano posti che sono stati trasformati Loro stanno meglio e noi veniamo nutrite dai loro racconti e dal loro affetto