Bugani e l’ipotesi Pizzarotti «Lui meglio di Bonaccini»
Il capogruppo M5S: il Pd lo vuole alle Regionali? Me l’aspettavo
L’ipotesi di vedere Federico Pizzarotti, il sindaco civico di Parma ed ex esponente del M5S, come candidato del centrosinistra alle elezioni regionali del prossimo anno non sorprende Massimo Bugani. Il capogruppo M5S di Bologna, vicinissimo a Luigi Di Maio, considera anzi il primo cittadino «un candidato migliore» dell’attuale presidente Stefano Bonaccini.
Dall’ottobre 2016, quando Pizzarotti lasciò il Movimento dopo essere stato sospeso nella precedente primavera e mai reintegrato, non sono mancati attacchi e polemiche tra i due. In realtà le scaramucce erano già all’ordine del giorno prima della vicenda che costò al sindaco la fiducia del Movimento: la mancata comunicazione di un avviso di garanzia ricevuto nell’ambito dell’inchiesta (poi archiviata) sulle nomine del Teatro Regio di Parma. Oggi Bugani non ha ovviamente ritrovato il feeling con l’ex compagno di Movimento, perché mette subito in chiaro cosa pensa del corteggiamento del Pd nei confronti di Pizzarotti. «È facile la battuta, “dimmi con chi vai ti dirò chi sei”. È dal giorno della sua elezione — attacca il capogruppo M5S — che sappiamo che aveva un certo tipo di interazione costante col Pd. Tutto legittimo e nulla di nuovo secondo noi. Potrebbe essere un candidato migliore di Bonaccini». E magari anche un avversario più insidioso proprio per il Movimento.
A dire il vero, come raccontato dal Corriere di Bologna, quelle che vedrebbero l’ex M5S in corsa per viale Aldo Moro col sostengo dem sono indiscrezioni che necessitano di importanti sviluppi per andare in porto. La principale è l’approdo di Bonaccini alla segretaria nazionale del Pd con il conseguente abbandono della corsa per il bis in Regione. Ma Pizzarotti nel frattempo con il suo «partito dei sindaci», Italia in Comune, ha già trovato sponsor importanti, come il sindaco Virginio Merola, che già alle ultime Amministrative lo indicò come candidato migliore per Parma.
Ma i problemi del M5S in Emilia-Romagna al momento sono altri. Come l’espulsione dal M5S di Gianluca Sassi, il consigliere regionale tra i protagonisti della cosiddetta «rimborsopoli»: il mancato versamento di parte dello stipendio da eletto al fondo per il microcredito creato dai Cinque Stelle. «Era una decisione già presa perché la situazione era chiara. Rispetto i problemi di Sassi — dice Bugani — ma non ci aveva mai detto nulla. Per la sua vita gli auguriamo il meglio, però ci ha mentito e non effettuava i bonifici come i suoi colleghi. Si tratta di coerenza e dovrebbe dare le dimissioni dal suo incarico». Il capogruppo bolognese del M5S non vuole però sentir parlare di «un’emorragia di eletti del M5S in regione. Piuttosto in questi anni abbiamo fatto la dialisi e ci siamo radicati molto». Sulla deputata Giulia Sarti, anche lei nel calderone dei rimborsi, «invece per noi è tutto regolare, vedremo se il suo fidanzato che l’accusa produrrà le carte sulla colpevolezza».
” È dal giorno della sua elezione che aveva un certo tipo di interazione costante col Pd, nulla di nuovo secondo noi