Corriere di Bologna

Rispetto della qualità e manodopera locale Così il gruppo Ferretti è tornato a sfrecciare

- Al.Te. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Io ho solo una certezza. Quando nel 2012, in piena crisi economica, la Ferretti rischiava di saltare, nessun italiano ha creduto in noi. Il gruppo Weichai è stato il migliore degli investitor­i possibili». Non ha alcun dubbio Alberto Galassi, amministra­tore delegato di Ferretti Group quando parla dell’azionista di maggioranz­a del leader mondiale nella produzione di motor yacht. Le quote possedute dal gruppo presieduto da Tan Xuguang corrispond­ono al 86,8% del totale mentre il restante 13,2% è rimasto in mano alla famiglia. Ma nessun dramma, l’acquisizio­ne cinese in quel di Forlì non è stata una tragedia. Anzi. «Gli investitor­i cinesi sono un vero portento — sottolinea — Sono preparati, conoscono i propri limiti e apprezzano la qualità italiana e, soprattutt­o, sono gentili ed educati. E non improvvisa­no mai. L’errore più grande che possiamo fare è sottovalut­arli». L’arrivo di Weichai è stato contraddis­tinto da un grande coraggio. Basti pensare all’investimen­to iniziale che fu fatto al momento dell’ingresso societario: 80 milioni di euro subito a dispetto di libri contabili a dir poco «disastrosi». Caratteris­tica fondamenta­le, infine, il totale rispetto dei marchi e della loro creazione: la produzione è rimasta tutta italiana e tra i 1.560 dipendenti del gruppo nel mondo, di cui 700 in Emilia-Romagna nei cantieri di Forlì e Cattolica, i lavoratori di origine cinese si contano sulle dita di due mani: «Ingegneri bravissimi di cui non potevamo fare a meno». Il successo dell’impresa che vanta prestigios­i marchi come Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, Mochi Craft, Crn e Custom Line sta tutto nei numeri: nel 2017 il valore della produzione è stato di 623 milioni di euro, l’utile netto di 24 milioni con una crescita rispetto all’anno precedente del 71%. Anche il dato degli investimen­ti è straordina­rio: dalla fine del 2015 ad oggi sono stati stanziati quasi 91 milioni per la produzione di 30 nuovi modelli, di cui 8 solo nel 2018. Da invidiare anche il piano assunzioni 2018/2020: 80 nuove risorse da inserire.

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