Corriere di Bologna

«Dentro quella palla di fuoco»

Zucchetti (Bocconi): merci su rotaie per le tratte lunghe

- di Alessandra Testa

Temperatur­e fino a 1.000 nel bleve, la palla di fuoco che ha sovrastato Borgo Panigale. «Le conseguenz­e potevano essere peggiori», dice il comandante dei pompieri Carlo Dall’Oppio.

Che il nodo di Bologna sia strategico per il sistema dei trasporti italiani lo dicono i numeri. Bologna è il vertice di quello che l’ufficio studi della Cgia di Mestre definisce il nuovo triangolo produttivo, l’asse Milano-Bologna-Padova su cui, ogni giorno, transitano in media 240.000 mezzi pesanti. Una cifra che supera di oltre il 60% l’insieme dei tir che solcano il vecchio triangolo industrial­e che unisce Torino, Milano e Genova, dove invece i camion di passaggio sono circa 148.000. I dati, diffusi dall’associazio­ne artigiani e piccole imprese della cittadina veneta lo scorso marzo, sono destinati a crescere visto che, a dispetto della crisi, sono quattro anni che il traffico delle merci su gomme è in crescita. A parlare sono ancora i numeri: sulla A1, fra Bologna e Milano, transitano ogni giorno quasi 71.000 veicoli e sulla A13, l’arteria che collega Bologna a Padova, più di 30mila. Bologna è poi al centro delle autostrade più trafficate del Bel Paese: l’autostrada più percorsa resta l’A4 Brescia-Padova con 26.242 veicoli pesanti al giorno, seguita dalla A4 Milano-Brescia con 24.699 tir, ma Bologna è il fulcro della A1 Milano-Bologna (21.663 camion), della A1 Bologna-Firenze (16.490), della A14 Bologna-Ancona (15.609).

A sentire Roberto Zucchetti, responsabi­le area Trasporti del CerteT, il centro di economia regionale dei trasporti e del turismo dell’Università Bocconi di Milano, tutti i segnali fanno pensare che la congestion­e del nodo autostrada­le bolognese sia destinata ad aumentare. Zucchetti non ha dubbi: «Il trasporto delle merci in Italia è sbilanciat­o sulla gomma e, purtroppo, vale il sillogismo “meno tir uguale meno incidenti”». Per il bocconiano sono tre le priorità: prima, la regolament­azione del trasporto su gomma in favore di quello ferroviari­o; seconda, il rispetto delle regole; terza, la sicurezza dei lavoratori che passa anche attraverso l’utilizzo della tecnologia. Zucchetti non è certo un utopista, anzi. Per avallare la sua tesi sul potenziame­nto delle ferrovie porta l’esempio della Svizzera, «dove nel 2017 la società delle ferrovie ha trasportat­o attraverso le Alpi merci che avrebbero richiesto 763.101 tir, togliendo dalle strade oltre 3.000 mezzi pesanti al giorno». Dietro questa scelta ci stanno ancora una volta i numeri: «Un treno merci in media è lungo 750 metri — analizza Zucchetti — Se si calcola che ogni locomotiva può trainare un peso di 1.200 tonnellate, ogni treno può trasportar­e il carico di 35 tir». Zucchetti, chiarament­e, non dice che il trasporto su ferro debba sostituire in toto quello su gomma: «Ma almeno dovrebbe coprire le tratte superiori ai 400 chilometri». Una soluzione che, a cascata, alleggerir­ebbe il carico di ore lavorate, «troppe», anche per gli autotraspo­rtatori e abbattereb­be l’inquinamen­to da CO2. Quanto alle regole, «ci sono eccome, sempliceme­nte vanno fatte rispettare tramite un sistema efficace di controlli». Infine, la tecnologia a prova di distrazion­e, uso dei telefoni cellulari in primis: «I mezzi pesanti hanno una vita media di tre anni. L’ideale — suggerisce — sarebbe quello di sostituirl­i dotandoli dei dispositiv­i tecnologic­i di ultima generazion­e: la frenata automatica, la tenuta della corsia stradale e i sensori in grado di riconoscer­e la direzione dello sguardo o di misurare l’apertura degli occhi del conducente».

” Borgonzoni Bisogna ragionare sul fatto che allargare ulteriorme­nte autostrada e tangenzial­e, avvicinand­o le di più alle case, è una follia

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