«Dentro quella palla di fuoco»
Zucchetti (Bocconi): merci su rotaie per le tratte lunghe
Temperature fino a 1.000 nel bleve, la palla di fuoco che ha sovrastato Borgo Panigale. «Le conseguenze potevano essere peggiori», dice il comandante dei pompieri Carlo Dall’Oppio.
Che il nodo di Bologna sia strategico per il sistema dei trasporti italiani lo dicono i numeri. Bologna è il vertice di quello che l’ufficio studi della Cgia di Mestre definisce il nuovo triangolo produttivo, l’asse Milano-Bologna-Padova su cui, ogni giorno, transitano in media 240.000 mezzi pesanti. Una cifra che supera di oltre il 60% l’insieme dei tir che solcano il vecchio triangolo industriale che unisce Torino, Milano e Genova, dove invece i camion di passaggio sono circa 148.000. I dati, diffusi dall’associazione artigiani e piccole imprese della cittadina veneta lo scorso marzo, sono destinati a crescere visto che, a dispetto della crisi, sono quattro anni che il traffico delle merci su gomme è in crescita. A parlare sono ancora i numeri: sulla A1, fra Bologna e Milano, transitano ogni giorno quasi 71.000 veicoli e sulla A13, l’arteria che collega Bologna a Padova, più di 30mila. Bologna è poi al centro delle autostrade più trafficate del Bel Paese: l’autostrada più percorsa resta l’A4 Brescia-Padova con 26.242 veicoli pesanti al giorno, seguita dalla A4 Milano-Brescia con 24.699 tir, ma Bologna è il fulcro della A1 Milano-Bologna (21.663 camion), della A1 Bologna-Firenze (16.490), della A14 Bologna-Ancona (15.609).
A sentire Roberto Zucchetti, responsabile area Trasporti del CerteT, il centro di economia regionale dei trasporti e del turismo dell’Università Bocconi di Milano, tutti i segnali fanno pensare che la congestione del nodo autostradale bolognese sia destinata ad aumentare. Zucchetti non ha dubbi: «Il trasporto delle merci in Italia è sbilanciato sulla gomma e, purtroppo, vale il sillogismo “meno tir uguale meno incidenti”». Per il bocconiano sono tre le priorità: prima, la regolamentazione del trasporto su gomma in favore di quello ferroviario; seconda, il rispetto delle regole; terza, la sicurezza dei lavoratori che passa anche attraverso l’utilizzo della tecnologia. Zucchetti non è certo un utopista, anzi. Per avallare la sua tesi sul potenziamento delle ferrovie porta l’esempio della Svizzera, «dove nel 2017 la società delle ferrovie ha trasportato attraverso le Alpi merci che avrebbero richiesto 763.101 tir, togliendo dalle strade oltre 3.000 mezzi pesanti al giorno». Dietro questa scelta ci stanno ancora una volta i numeri: «Un treno merci in media è lungo 750 metri — analizza Zucchetti — Se si calcola che ogni locomotiva può trainare un peso di 1.200 tonnellate, ogni treno può trasportare il carico di 35 tir». Zucchetti, chiaramente, non dice che il trasporto su ferro debba sostituire in toto quello su gomma: «Ma almeno dovrebbe coprire le tratte superiori ai 400 chilometri». Una soluzione che, a cascata, alleggerirebbe il carico di ore lavorate, «troppe», anche per gli autotrasportatori e abbatterebbe l’inquinamento da CO2. Quanto alle regole, «ci sono eccome, semplicemente vanno fatte rispettare tramite un sistema efficace di controlli». Infine, la tecnologia a prova di distrazione, uso dei telefoni cellulari in primis: «I mezzi pesanti hanno una vita media di tre anni. L’ideale — suggerisce — sarebbe quello di sostituirli dotandoli dei dispositivi tecnologici di ultima generazione: la frenata automatica, la tenuta della corsia stradale e i sensori in grado di riconoscere la direzione dello sguardo o di misurare l’apertura degli occhi del conducente».
” Borgonzoni Bisogna ragionare sul fatto che allargare ulteriormente autostrada e tangenziale, avvicinando le di più alle case, è una follia