Il capo dei vigili del fuoco «Un trappola a mille gradi Salvati dal cavalcavia»
Temperature fino a 800-1.000 gradi al centro dell’esplosione, fino a 200 gradi a un centinaio di metri dallo scoppio. Una palla di fuoco, bleve in gergo tecnico, che avrebbe potuto fare molte più vittime. «Se la cisterna avesse avuto meno liquido all’interno e il tratto di autostrada non fosse stato rialzato — dice il comandate dei vigili del fuoco, Carlo Dall’Oppio — le cose sarebbero andate diversamente».
Comandante, pur nella tragedia si è parlato di un miracolo. Tra la collisione e l’esplosione di lunedì sull’A14 sono passati 4 minuti, che hanno permesso a molti di allontanarsi.
«Quel lasso di tempo intercorso tra l’innesco causato dalla collisione tra i due mezzi e l’esplosione del gas gpl, che in gergo si chia- ma bleve, è dovuto al fatto che il calore delle fiamme ha surriscaldato il serbatoio che trasportava gpl liquefatto vaporizzandolo finché la pressione non ha causato il collasso del serbatoio, sprigionando il gas che è esploso in un millisecondo con un nube di fuoco. Il fatto che ci fosse un prodotto liquido ha dato ai presenti un margine di tempo per allontanarsi».
Se nella cisterna ci fosse stato meno liquido sarebbe andata diversamente.
«Sì, il gas si espande immediatamente e i tempi sarebbero stati più celeri. Molti avrebbero avuto meno tempo per allontanarsi. Il fatto che si trattasse di un cavalcavia sopraelevato ha evitato conseguenze peggiori per la popolazione. Anche l’orario, con meno gente per strada, ha aiutato».
Che temperature si sono raggiunte?
«All’interno della palla di fuoco 800-1.000 gradi. Ma l’esplosione ha bruciato tendaggi a più di cento metri, ci vogliono circa 200 gradi perché accada».
Quali sostanze avete usato per spegnere l’incendio?
«Liquido schiumogeno, il gas è bruciato tutto con l’esplosione».
Aveva mai visto una palla di fuoco del genere in città?
«No, in passato mi sono confrontato con incendi causati da fuoriuscite da metanodotti, ma mai in un’area urbana popolata».