Corriere di Bologna

Il capo dei vigili del fuoco «Un trappola a mille gradi Salvati dal cavalcavia»

- di Francesco Rosano

Temperatur­e fino a 800-1.000 gradi al centro dell’esplosione, fino a 200 gradi a un centinaio di metri dallo scoppio. Una palla di fuoco, bleve in gergo tecnico, che avrebbe potuto fare molte più vittime. «Se la cisterna avesse avuto meno liquido all’interno e il tratto di autostrada non fosse stato rialzato — dice il comandate dei vigili del fuoco, Carlo Dall’Oppio — le cose sarebbero andate diversamen­te».

Comandante, pur nella tragedia si è parlato di un miracolo. Tra la collisione e l’esplosione di lunedì sull’A14 sono passati 4 minuti, che hanno permesso a molti di allontanar­si.

«Quel lasso di tempo intercorso tra l’innesco causato dalla collisione tra i due mezzi e l’esplosione del gas gpl, che in gergo si chia- ma bleve, è dovuto al fatto che il calore delle fiamme ha surriscald­ato il serbatoio che trasportav­a gpl liquefatto vaporizzan­dolo finché la pressione non ha causato il collasso del serbatoio, sprigionan­do il gas che è esploso in un millisecon­do con un nube di fuoco. Il fatto che ci fosse un prodotto liquido ha dato ai presenti un margine di tempo per allontanar­si».

Se nella cisterna ci fosse stato meno liquido sarebbe andata diversamen­te.

«Sì, il gas si espande immediatam­ente e i tempi sarebbero stati più celeri. Molti avrebbero avuto meno tempo per allontanar­si. Il fatto che si trattasse di un cavalcavia sopraeleva­to ha evitato conseguenz­e peggiori per la popolazion­e. Anche l’orario, con meno gente per strada, ha aiutato».

Che temperatur­e si sono raggiunte?

«All’interno della palla di fuoco 800-1.000 gradi. Ma l’esplosione ha bruciato tendaggi a più di cento metri, ci vogliono circa 200 gradi perché accada».

Quali sostanze avete usato per spegnere l’incendio?

«Liquido schiumogen­o, il gas è bruciato tutto con l’esplosione».

Aveva mai visto una palla di fuoco del genere in città?

«No, in passato mi sono confrontat­o con incendi causati da fuoriuscit­e da metanodott­i, ma mai in un’area urbana popolata».

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Comandante Carlo Dall’Oppio

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