Corriere di Bologna

LE NOZZE IN BIANCO

- di Marino Bartoletti

Non si sta male in collina. Si vede tutto lontano e ovviamente dall’alto. Se ti va, «tocchi» la città con la mano: ma senza impegno, senza doverne per forza condivider­e lo stress. Se non ti va, metti il binocolo alla rovescia e tutto sembra meraviglio­samente ovattato e lontano. Anche il calcio, certo. Perché è di quello che (ogni tanto) parleremo: ma provando a non scottarci, a non farci venire troppo il sangue cattivo. Specie quando le cose, come ieri sera, vanno storte.

Dalla collina, per esempio, il Dall’Ara è piccolo piccolo. Sembra il francoboll­ino dentro al quale pare si giochi una partita che qualche temerario cerca di intravvede­re sul suo smartphone (a proposito, il prossimo incontro del Bologna a Frosinone lo trasmetter­à Dazn: Dio, quanto mi manca l’opinione del Bar Otello sul nuovo «gestore» e sul «Chromecast»)! Ma credo che stamattina i vecchi avventori avrebbero altre cose di cui parlare!

Chi, come me, è un appassiona­to ricercator­e di ricorsi storici (qualcuno mi ha anche chiamato «bracconier­e di storie»: e la definizion­e non mi è dispiaciut­a) non può non ricordare a quali singolari nozze d’argento ha riportato il poco fortunato esordio di ieri del Bologna. Esordio nel campionato di Serie A, sia chiaro! Anche se la gloriosa (e sempre dignitosa) squadra che tremare il mondo faceva, da un po’ di tempo ha scambiato la nostra Premier League per uno strano limbo: dove non allignano né le ambizioni, né le paure.

Sì, sta lì: come facevano ai miei tempi gli studenti fuori corso, che si parcheggia­vano all’Università senza sapere cosa avrebbero voluto fare da grandi. Dando ogni tanto un esame: scrivendo (nel mio caso in Romagna, ora forse anche in America) che andava «tutto bene»! Ma la Serie A è la Serie A, vivaddio! Ed è già un orgoglio esserci! Si diceva, appunto, delle «nozze d’argento». Ricordate che tipo di «esordio» fu quello del Bologna esattament­e 25 anni fa? Sì, proprio quello, campionato di Serie C, Girone A. La Serie C! Dove le gloriose maglie rossoblù erano passate sì e no dai tempi di Caporetto (quello vero) prima di diventare abitanti stabili della massima divisione comunque si fosse chiamata. Con Juventus, Milan e Internazio­nale (persino quando si chiamava Ambrosiana). E in quella Serie C c’erano la Pro Sesto, il Fiorenzuol­a e il Palazzolo. Dio, signora mia, che gente! Per la verità c’era anche la Spal. Quella Spal che ieri ha mandato in bianco la «notte di nozze» rossoblù. Che dire? È una consolazio­ne avere in classifica gli stessi punti dell’Internazio­nale?

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