Corriere di Bologna

Si salva sempre solo lui Palacio ha corsa e idee, si conservi in eterno

La permanenza in serie A passa dalla sua salute e stato di forma «Bravo Gomis a pararmi il tiro». Ma chi può aiutare il Trenza?

- Alessandro Mossini

È stato, come previsto, uno dei pochi ad accendere la luce. Ad intermitte­nza, certo, perché gli anni sono pur sempre 36 e tra termometro e umidità i gradi al Dall’Ara erano oltre 30, ma la notte del debutto rossoblù sarebbe stata ancora più oscura senza la classe di Rodrigo Palacio.

In una partita dai contenuti tecnici pressoché minimi, El Trenza era l’unico a regalare lampi di classe da una parte e dall’altra: in casa ferrarese ci ha provato spesso il neo-arrivato Simone Missiroli — piazzato a centrocamp­o e subito prezioso — mentre Inzaghi non ha potuto far altro che affidarsi all’ex interista. Del resto, il tecnico aveva già capito l’antifona a Bressanone, quando Palacio segnò in precampion­ato contro il Norimberga: «È il mio leader tecnico e morale. Ne ho tanti, ma lui è un esempio per tutti: ha 36 anni ma corre come uno di 20. Sembra un ragazzino e non ha saltato un allenament­o, ha stupito perfino me». Da un esempio di longevità e di cura del proprio fisico all’altro: quasi un’investitur­a che poi si è rivelata tale anche nelle scelte, perché la fascia formalment­e la indossa Dzemaili ma Palacio è uno dei trascinato­ri conclamati di questo gruppo così arido sul piano tecnico.

Lo aveva fatto già vedere in Coppa Italia, dispensand­o giocate di buon livello nel 2-0 sul Padova e lo ha mostrato anche al debutto in campionato di ieri sera contro la Spal, con quel destro dopo 8 minuti che poteva far prendere alla partita una piega ben diversa. Il Dall’Ara era in silenzio, nei primi dieci minuti in cui entrambe le tifoserie hanno seguito la partita senza cori per rispettare le vittime della tragedia di Genova («Per lo Stato è lutto nazionale ma la Figc non si può fermare» è stato il messaggio preparato dalla curva rossoblù, in relazione al mancato rinvio della giornata), ma ha avuto un sussulto proprio sul diagonale di Don Rodrigo. Finta di corpo a disorienta­re Cionek, dieci metri palla al piede e poi il diagonale al sette fermato solo dallo straordina­rio volo dell’ex rossoblù Alfred Gomis: «È stato molto bravo il portiere della Spal, parandomi un tiro impossibil­e», ha detto l’argentino ripensando a cosa poteva essere e non è stato.

Spesso gli applausi più convinti e i pochi sprazzi di classe sono arrivati proprio dal numero 24, che più di ogni altro potrebbe indossare quel numero 10 che solo al Bologna in serie A manca (eccezion fatta per Juventus e Roma, visti i ritiri delle divise che furono di Alessandro Del Piero e Francesco Totti): qualche giocata tra le linee, alcuni spunti degni di nota e, non a caso, le attenzioni non esattament­e premurose dei difensori spallini, in testa Cionek. Nel debutto da dimenticar­e del Bologna, El Trenza è stato anche tra gli ultimi ad arrendersi: nonostante la spia dell’energia al lumicino, l’argentino è andato a battagliar­e in area avversaria insieme agli abulici Santander e Falcinelli nel 4-3-3 improvvisa­to da Inzaghi e al 91’, pur con il Bologna in dieci, un suo colpo di tacco su cross basso di Dijks è stato rimpallato da Cionek e Vicari sul più bello.

Sarebbe stato un grandissim­o gol, ma l’1-1 non è arrivato, nemmeno negli istanti finali sul colpo di coscia di Helander che si è stampato sul palo: brutti segnali, ma una certezza. Mettete Palacio sotto teca e conservate­lo come una reliquia.

 ??  ?? El Trenza L’ex interista è stato l’unico dei rossoblù a distinguer­si in campo per la sua tecnica e le sue giocate, andando per due volte vicino al gol
El Trenza L’ex interista è stato l’unico dei rossoblù a distinguer­si in campo per la sua tecnica e le sue giocate, andando per due volte vicino al gol

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