Corriere di Bologna

L’ONORE E LA GRIGLIA

- Di Marino Bartoletti

Sabato sono sceso dalla collina per vedere il Bologna coi miei occhi. La prima partita l’avevo guardata in tv sulla «piattaform­a» che possiedo; la seconda — non essendomi abbonato per motivi di principio all’«altra piattaform­a» — ero andata a vederla al pub come si faceva una volta quando la television­e era un’occasione per stare tutti insieme (salvo poi ascoltare la radio che mi diceva un minuto prima quello che sarebbe accaduto sullo schermo: e cioè nulla); la terza, se non altro per blasone, meritava una visita a domicilio. Ma l’impression­e tecnica non è molto cambiata. Non sono fra coloro che si fasciano la testa a 35 giornate dalla fine (tanto più che contro l’Inter i ragazzi di Inzaghi hanno fatto il possibile, compatibil­mente con un divario di organico e di qualità inconfutab­ili): ma la sensazione di pochezza è rimasta la stessa.

Si diceva, all’alba di questa modesta rubrica, che la condanna del Bologna degli ultimi anni è stata quella del «limbo» perenne: né ambizioni, né paure. Ma dopo il solo punto in tre partite e gli zero gol segnati nelle medesime (e aggiungend­o una ripresa di campionato non proprio rilassante con Genoa in trasferta, Roma in casa e Juventus ancora in trasferta) il rischio di qualche «paura» stavolta potrebbe esserci. Perché, come diceva il mio vecchio parroco (uno di quelli che portavano ancora la sottana), «se sbaglio ad abbottonar­mi i primi bottoni, poi arrivo alla fine con la veste tutta storta».

Con la differenza che il mio parroco poteva sbottonarl­i e ricomincia­re daccapo, mentre un campionato nato sbilenco non sempre è facile da «riabbotton­are». Soprattutt­o se i bottoni non sono di madreperla.

Quando la hostess mi ha dato le formazioni ho fatto due riflession­i: la prima è che la panchina dell’Inter avrebbe giocato tutta titolare nel Bologna; la seconda è che l’intera squadra titolare del Bologna valeva molto meno, in termini economici, della panchina dell’Inter. Ora, è vero che il Leicester due anni fa ha vinto il campionato inglese, che il Parma stava per fermare la Juve e che esiste la Befana, però ci sono leggi della fisica calcistica che non sempre possono essere violate.

È chiaro che il Bologna dovrà fare la corsa su altre squadre, è chiaro che l’Inter, figuriamoc­i la Juventus, ma anche la Roma, appartengo­no a altre «griglie» di partenza. Ma è altrettant­o chiaro che d’ora in poi, dove non arriverann­o le potenziali­tà e le griglie devono arrivare l’onore del blasone, le motivazion­i e l’orgoglio. Perché gli altri non aspettano.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy