«Il Dall’Ara è della città Ok l’intervento del Comune»
Il blitz del Comune che è pronto a partecipare alle spese per il restyling dello stadio piace alla città. «L’impianto è dei bolognesi, giusto che il sindaco voglia contribuire» ha detto Jimmy Villotti. Secondo Stefano Dall’Ara si tratta di «un impulso positivo per lo sviluppo».
Jimmy Villotti, è più amareggiato per le prestazioni dei rossoblù o più contento per l’annunciato restyling del Dall’Ara?
«È più grande la sofferenza per i risultati del Bologna. Una partenza davvero brutta. Come mai non riusciamo mai ad allestire una squadra leggermente competitiva? Non potevamo prenderlo noi Inglese invece di andare a scommettere su Santander e prendere Falcinelli scambiandolo con Di Francesco? Vorrei smettere di invidiare Sassuolo e Chievo che allestiscono sempre squadre solide e che arrivano sempre davanti a noi e magari anche in alto. Perché noi no?».
Direi amareggiatissimo.
«Da tifoso che segue tutte le partite, certo. Ho paura che stavolta possa andare male, sai un anno dopo l’altro… Se continua così rischiamo e allora bisogna sperare di arrivare a gennaio con meno danni possibili e poi prenderne tre forti, ma forti. Ora che ci penso anche il Genoa ha azzeccato un polacco fortissimo. La cosa che mi fa disperare è che non vedo un gioco».
Siamo all’inizio, la squadra è nuova, il tecnico e il modulo pure…
«I giocatori però sono quelli: Pulgar è diventato lento, Poli sembra spompato, Dzemaili non ne azzecca una gli esterni poverini sono così così: con questo centrocampo dove andiamo?»
La notizia del restyling non la solleva un po’?
«In prospettiva, va bene, sperando che quando sarà finito Saputo manterrà il proposito di allestire una squadra all’altezza, l’importante è rimanere in serie A però».
D’accordo che partecipi anche il Comune con 30 milioni?
«Da appassionato dico di sì, ma capisco quelli che non lo sono e gridano allo scandalo. Io non vorrei mai fare il sindaco: come fai ad accontentare tutti? Però il Dall’Ara è un monumento tutelato ed è dei bolognesi, della città, di tutti e manutenerlo e migliorare l’area circostante è giusto. Così come è giusto non costruire ai Prati di Caprara, l’ultima area verde cittadina. Dopodiché a chi dice che con quei soldi si possono costruire degli ospedali, alzo le braccia e mi arrendo».