Emergenza, l’allarme: «Mancano medici»
Se c’è un medico che non ha problemi a trovare un posto questo è specializzato nell’emergenza e nel pronto soccorso. «Li stiamo stabilizzando tutti — assicura Giovanni Gordini, direttore del dipartimento Emergenza dell’Ausl —, l’anno scorso 11, un altro con il bando appena uscito. Non appena hanno i requisiti li stabilizziamo. Qui non esistono altri contratti, Cococo o libero professionisti».
I medici dell’emergenza sono preziosi, a causa dei pochi posti nelle scuole di specializzazione post-laurea. Un serio problema in altre zone dell’Emilia-Romagna e in altre parti d’Italia. Non a Bologna, almeno per ora. Tanto è vero che gli altri medici dell’emergenza, quelli cioè che dopo la laurea frequentano i corsi di formazione professionale organizzati dalla Regione e che sono convenzionati con il sistema sanitario (e non dipendenti, quindi) saranno sempre più richiesti. «Sono i medici dell’emergenza territoriale che hanno contratti di convenzione, come i medici di medicina generale — chiarisce Gordini —. Noi ne abbiamo 11 che lavorano sul 118 e solo in parte in pronto soccorso. Stiamo però lavorando a un accordo aziendale per poterli usare di più in pronto soccorso».
La Regione, che ha tra le priorità quella di risolvere i problemi annosi dei pronto soccorso a cominciare dalle file d’attesa, sta per avviare nuovi corsi di formazione per medici dell’emergenza territoriale, tra cui uno per l’area centro, di cui l’Ausl fa parte, e uno per la Romagna, per una trentina di medici l’uno. «Tutte le aziende sanitarie hanno raschiato il fondo del barile — conclude Gordini —, oggi i giovani che escono dalla scuola di specialità possono addirittura scegliere dove andare a lavorare, in quanto è maggiore la domanda rispetto all’offerta. E si fa fatica a trovarne».