Fico e gli applausi della Festa «Tiene i contatti a sinistra Ma è un gioco delle parti»
Corbetta, ex guida del Cattaneo: lo showdown? Sull’economia
«Quello di Roberto Fico è un gioco delle parti per tenere aperto un canale tra il Movimento Cinque Stelle e la sinistra che fa al tempo stesso il gioco di Luigi Di Maio ma non so fino a quando potrà funzionare». Ne è convinto lo studioso Pier Giorgio Corbetta, ex direttore dell’istituto Cattaneo che qualche anno fa ha scritto insieme a Elisabetta Gualmini il libro «M5s, come cambia il partito di Grillo» e che fin dall’inizio ha studiato il fenomeno politico del Movimento.
Il presidente della Camera Roberto Fico è stato applaudito alla Festa nazionale dell’Unità di Ravenna: è sorpreso? «No — risponde Corbetta — a me quegli applausi non hanno stupito più di tanto anche perché lui è stato l’unico esponente dei Cinque Stelle ad accettare l’invito e c’era dunque in quell’accoglienza la riconoscenza del riconoscimento dell’opposizione. E d’altra parte dentro il Pd c’è sempre stata una parte del partito che ha guardato favorevolmente al tentativo di un accordo politico con il Movimento, senza contare ai tanti ex elettori dem che hanno deciso di votare Cinque Stelle. Gli applausi non mi hanno stupito però sono un fatto importante».
Perché?
«Perchè Fico rappresenta la parte del Movimento che è più sensibile ai valori della sinistra e infatti è stato applaudito soprattutto quando ha criticato Salvini sul caso della nave Diciotti. Ma poi è importante perché uno dei punti politici chiave su cui dovrà decidere il nuovo Partito democratico sarà appunto il ruolo da tenere nei confronti del Movimento».
Gli affondi di Fico contro la politica sull’immigrazione di Matteo Salvini e del governo Conte non sembrano produrre alcuna conseguenza politica. Nel senso che la linea dell’esecutivo non cambia ma anche nel senso che non c’è alcuna ripercussione politica su di lui per le sue esternazioni. Sembra un gioco che conviene a tutti.
«È così, è un gioco delle parti. Il Movimento Cinque Stelle è carico di ambiguità ma di queste ambiguità si nutre: gioca sullo schema della proposta e della protesta e sullo schema destra e sinistra. Fa tutte le parti. Di Maio rappresenta il versante istituzionale, Di Battista cura la parte movimentista e di protesta e Fico tiene aperto il fronte di dialogo con la sinistra. Nessuno se la prende davvero con Fico perché fa il gioco di Di Maio. Semplicemente non sappiamo fino a quando durerà».
Ma secondo lei fino a quando durerà?
«It’s the economy, stupid, diceva il consigliere di Bill Clinton. Il problema ci potrebbe essere sull’economia, quello sarà lo showdown anche perché è pericoloso mettersi contro l’Europa e bisognerà che i conti tornino».
E il centrosinistra? Pensa che possa risollevarsi in qualche modo?
«C’è un problema interno di leadership, manca una guida riconosciuta internamente e se proseguono gli scontri interni si arriva davvero al collasso del partito. Il blocco interno paralizza il partito sul piano esterno. In questo momento manca l’opposizione e questo è un problema per tutto il sistema politico, può essere strano ma la politica italiana è bloccata per il Partito democratico».
I Cinque Stelle
Il movimento si nutre di ambiguità, Di Maio fa l’istituzionale e Di Battista il movimentista
” Il Pd deve ritrovare una leadership riconosciuta all’interno del partito perché fino a che questo non avviene rimane bloccato esternamente