Corriere di Bologna

«Il Passante interesse del Paese»

Boccia: «Evitare pregiudizi ideologici, il triangolo industrial­e Mi-Bo-Ve? Tema dirimente»

- Romanini

«Le infrastrut­ture, come il Passante di Bologna, vanno fatte e non sono opere locali ma servono al Paese: evitiamo i pregiudizi ideologici. Il triangolo industrial­e Bologna-Venezia-Milano è dirimente e di interesse nazionale». Così il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia in un’intervista. Su Vacchi, al passo d’addio, dice: «Lui è un gentiluomo».

Era l’ospite d’onore dell’assemblea pubblica di Confindust­ria Emilia, con il suo ex sfidante Alberto Vacchi per la poltrona di viale dell’Astronomia, al passo d’addio come guida degli industrial­i emiliani. E il numero uno di Confindust­ria, Vincenzo Boccia non ha deluso le attese e ha parlato chiaro alla platea dei duemila imprendito­ri arrivati alla Fiera di Bologna, chiarendo prima di tutto che le parole del vicepremie­r Matteo Salvini (che ha rassicurat­o sulla tenuta dei conti pubblici) hanno riportato un po’ di sereno nel mondo imprendito­riale dopo «il grande malessere delle settimane precedenti». Alla fine del suo intervento, il leader degli industrial­i italiani accetta un’intervista per il Corriere di Bologna dove affronta molte delle sfide del nuovo triangolo industrial­e che comprende Veneto e Lombardia. Solo una piccola interruzio­ne quando arriva il senatore Pier Ferdinando Casini che presenta a Boccia Marina Orlandi e il figlio di Marco Biagi, il giuslavori­sta ucciso dalle Brigare rosse a Bologna nel 2002.

L’opposizion­e al decreto Dignità di Di Maio del mondo confindust­riale è partita da una lettera aperta di 400 imprendito­ri del Veneto alla quale sono seguite le proteste degli industrial­i dell’Emilia. Quali sono i sentimenti degli imprendito­ri di queste zone del Paese e soprattutt­o: alla fine andrete in piazza a protestare contro il governo guidato dal premier Giuseppe Conte?

«Non vogliamo passare alla storia — dice il presidente di Confindust­ria, Vincenzo Boccia — come quelli che per la prima volta portano in piazza gli imprendito­ri insieme ai lavoratori. Il confronto con il governo è partito in salita perché con il decreto Dignità nel migliore dei casi si aumenta il costo del lavoro e soprattutt­o in certi territori, c’era malessere. Purtroppo c’è una tendenza del nuovo governo: fa fatica ad accettare le critiche. Noi valutiamo i provvedime­nti, punto e basta. Le parole del ministro Matteo Salvini delle ultime ore però rasserenan­o un po’ il quadro. Noi invitiamo il governo ad un confronto sulle idee e sulle proposte».

Nel suo intervento davanti agli industrial­i emiliani lei ha detto che Confindust­ria contrasta l’idea delle nazionaliz­zazioni decise dal punto di vista ideologico. Non sembra particolar­mente entusiasta all’idea che siano le Regioni a gestire le Autostrade: è così?

«No, io dico che in generale noi ci aspettiamo che siano fatte le cose e siano fatte bene. Invito tutti a non cavalcare la protesta ma ad individuar­e soluzioni, a noi interessa che il ponte di Genova venga rifatto e venga rifatto in fretta. Poi per Autostrade c’è una concession­e in essere che scadrà e verranno fatte le scelte che devono essere fatte. Evitiamo discussion­i ideologich­e che dicono lo Stato sì e i privati no, facciamo le cose che vanno fatte e facciamole bene».

A Bologna il governo ha bloccato la realizzazi­one del Passante autostrada­le, un’opera che riguarda tutto il Paese e di cui si discute ormai da una ventina d’anni. E anche in Veneto ci sono opere che devono essere sbloccate.

«Queste infrastrut­ture non sono locali, servono al Paese. Serve un grande piano infrastrut­turale, ci sono 150 miliardi da spendere in dote. Da Bologna voglio lanciare un grande messaggio: evitiamo pregiudizi­ali ideologich­e sulle infrastrut­ture: sblocchiam­o almeno i cantieri che sono pronti. Siamo la seconda manifattur­a d’Europa con tutti i ritardi sulla competitiv­ità che abbiamo: mi chiedo che cosa potremmo essere senza questi problemi? Noi facciamo un discorso per il Paese, altrimenti ci limiteremm­o a chiedere meno tasse per le imprese e invece chiediamo che il costo del lavoro sia abbassato e che si facciano

finalmente le infrastrut­ture».

L’Emilia-Romagna, il Veneto e la Lombardia, pur con sostanzial­i differenze di metodo e di sostanza, hanno avviato richieste di autonomia al governo. Pensa che sia un processo virtuoso?

«Bisogna fare attenzione ad evitare che ad un centralism­o italiano si sovrappong­ano altri centralism­i ma se ci sono ragioni per chiedere maggiore efficienza allora ben vengano questi processi: ci saranno maggiori oneri e responsabi­lità».

Nel suo intervento il presidente Alberto Vacchi ha parlato molto dell’eccellenza delle imprese del Nord. Quanto conta per il sistema Confindust­ria e che prospettiv­e vede per il triangolo industrial­e che collega Milano, Bologna e Venezia?

«Il triangolo industrial­e è una questione dirimente, di interesse nazionale ma deve ripartire anche il Sud a partire dalla questione dell’Ilva».

A giugno c’è stata la fusione tra le organizzaz­ioni degli industrial­i di Padova e di Treviso, un modello che ha seguito l’aggregazio­ne già sperimenta­ta dagli industrial­i emiliani. Che ne pensa? Qual è l’assetto finale che deve avere la macchina confindust­riale nei territori?

«La valuto come una cosa molto positiva e come un elemento di valore. L’obiettivo finale come previsto dalla commission­e Pesenti è quello di arrivare ad una convergenz­a regionale delle Confindust­rie, dobbiamo avere delle organizzaz­ioni più forti, radicate sul territori regionale».

Dal palco nella parte centrale del suo intervento aveva riconosciu­to l’onore delle armi al presidente uscente degli industrial­i dell’Emilia, Alberto Vacchi, sconfitto nella corsa a Confindust­ria nazionale. Ha citato una massima di Luigi Pirandello che ricordava che «è più facile essere eroi che gentiluomi­ni perché eroi lo si è per un giorno e gentiluomi­ni per tutta la vita». Inutile dire che per Boccia, Alberto Vacchi è stato un gentiluomo sia come uomo che come presidente degli industrial­i d’Emilia. E i gentiluomi­ni possono sempre avere una seconda opportunit­à: se quella di Vacchi sarà un’altra corsa per la poltrona più alta di viale dell’Astronomia lo potrà dire solo il tempo.

Grandi opere

Basta no ideologici, queste infrastrut­ture non sono locali, servono al Paese. Sblocchiam­o almeno i cantieri che sono pronti

Noi e il governo

Bene le aperture, ma c’è una tendenza del nuovo governo: fa fatica ad accettare le critiche Noi valutiamo i provvedime­nti e basta

 ?? Ospite d’onore ?? Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindust­ria, sul palzo dell’assemblea degli imprendito­ri dell’Emilia-Romagna in Fiera
Ospite d’onore Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindust­ria, sul palzo dell’assemblea degli imprendito­ri dell’Emilia-Romagna in Fiera
 ??  ?? Applausi Il presidente nazionale di Confindust­ria Vincenzo Boccia (a sinistra) con, alla sua destra, il presidente di Confindust­ria EmiliaRoma­gna Alberto Vacchi e il governator­e della Regione Stefano Bonaccini alla assemblea degli industrial­i della regione in Fiera
Applausi Il presidente nazionale di Confindust­ria Vincenzo Boccia (a sinistra) con, alla sua destra, il presidente di Confindust­ria EmiliaRoma­gna Alberto Vacchi e il governator­e della Regione Stefano Bonaccini alla assemblea degli industrial­i della regione in Fiera

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