Fiera, Bonaccini: insieme più forti Merola incassa
Il presidente dell’expò: integrazioni se creano opportunità. Merola: Milano? Pazienza
Il governatore Bonaccini gongola per il ritorno in campo della holding regionale tra le fiera (Bologna, Rimini e Parma), mentre il sindaco di Bologna incassa l’allontanamento dell’ipotesi Milano: «Ce ne faremo una ragione»; dice. E Rimini festeggia: «Con Bologna diventiamo i primi».
Il giorno dopo il summit in Regione fra il governatore Stefano Bonaccini, i sindaci di Bologna, Parma e Rimini e i presidenti delle tre società di gestione, la riapertura del percorso sulla holding regionale traccia finalmente la direzione per lo sviluppo futuro della Fiera di Bologna. «Credo che la strada ormai sia tracciata — sottolinea visibilmente soddisfatto Bonaccini, ieri in platea all’assemblea di Confindustria Emilia a Farete — Penso anche che, se verso Milano andiamo con una massa competitiva così robusta, saremmo ancora più forti. Oggi, però, abbiamo bisogno di rafforzare l’asse emiliano-romagnolo». «Ho molto apprezzato che nell’incontro con i tre sindaci e con i presidenti delle tre fiere — riconosce poi — si sia ragionato per rilanciare questo progetto. Sono stato sempre convinto che una collaborazione e non una competizione tra i tre poli fieristici, tra i pochi in Italia ad aver sempre retto, possa rafforzare questo sistema sull’asse della via Emilia». Scioglie finalmente il silenzio anche il presidente di Bologna-Fiere, Gianpiero Calzolari: «C’è una ripresa di lavoro su delle ipotesi che vanno condivise», conferma il numero uno dell’expò che mette però in chiaro che Bologna avallerà l’operazione holding solo se sarà conveniente dal punto di vista industriale. «Come Fiera ribadiamo un concetto che sosteniamo da sempre: le integrazioni sono utili se portano a casa delle opportunità. Per Bologna non ci sono operazioni necessarie perché la nostra gestione è nel momento più positivo della storia della Fiera». «È chiaro che se verranno fuori delle opportunità — aggiunge
I sindacati
«Aspettiamo di essere convocati a un tavolo Ora si pensi anche a potenziare i padiglioni»
— noi le accoglieremo». Quanto all’ipotesi di spin-off che la Fiera ha messo sul piatto, «ognuno proseguirà con le proprie strategie. Qui ci confronteremo coi soci, a Rimini si proseguirà con la quotazione in Borsa». Anche il sindaco di Bologna Virginio Merola, il più grande sostenitore dell’alleanza con Milano, volta pagina: «Se Milano non vuole entrare nel merito per motivi politici ce ne faremo una ragione». Molto più ottimista sul percorso avviato il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi: «Non si fa per scelta politica — commenta dando però all’operazione cinque mesi di tempo —, ma perché c’è un progetto industriale. Insieme saremo i primi in Italia e i quinti in Europa». Anche il presidente di Confindustria Emilia Alberto Vacchi guarda all’avvio del confronto con interesse. «Sia Bologna che Rimini non possono permettersi di andare avanti da sole — è la sua certezza — hanno bisogno di alleanze forti; hanno una dimensione importante, ma non sufficiente a contrastare gli scenari internazionali. Anche la valutazione se andare con Rimini o con Milano è figlia di una pianificazione industriale: la convenienza industriale deve prevalere nella scelta finale». La direzione imboccata sul futuro della Fiera rassicura anche i sindacati che — come ricorda a nome della triplice il segretario generale della Cgil di Bologna, Maurizio Lunghi — da sempre puntano sulla holding regionale e chiedono chiarezza sulle strategie di sviluppo. «Ora ci aspettiamo di essere convocati a un tavolo», dichiara Lunghi. Poi la stoccata: «Certo, insieme saremo più forti, ma Bologna non dimentichi di completare il piano di ristrutturazione dei padiglioni».