Corriere di Bologna

Vacchi saluta e incalza «La piazza è del lavoro, ma se serve ci siamo»

Apertura al corteo con i lavoratori. «Secondi in Europa, ma infrastrut­ture inadeguate»

- O. Ro

In platea c’è chi si stupisce del fatto che nemmeno al suo passo d’addio il presidente degli industrial­i emiliani, Alberto Vacchi attacchi frontalmen­te il governo che ha messo a rischio le infrastrut­ture e che come unica cosa fino a qui ha approvato il decreto Dignità che ha fatto infuriare gli imprendito­ri. Ma gli attacchi frontali non sono mai stati nel suo stile e anche mentre prepara il suo ultimo discorso ufficiale da presidente degli industrial­i emiliani non rinuncia alla faticosa arte del compromess­o e a costruire qualcosa. Si limita a dire che il nuovo governo deve fare bene, «deve dare centralità all’impresa e più forza alla nostra posizione in Europa» e che gli imprendito­ri non fanno la politica dei partiti ma quella delle imprese e che giudicano i governi vedendo i meriti e gli errori sulla propria pelle. Però rispetto all’opzione di scendere in campo contro l’esecutivo Conte si mantiene possibilis­ta. «Le piazze sono i luoghi del mondo del lavoro — dice Vacchi a margine dei lavori dell’assemblea di Confindust­ria in Fiera — ma questo non significa che su alcune motivazion­i che mobilitano una massa importante del mondo del lavoro, non possa esserci a fianco anche la stessa forza imprendito­riale». Ma è l’unico accenno, per il resto nessuna polemica. Anche nelle scorse settimane Vacchi era stato uno dei pochi nel panorama industrial­e italiano a mantenere un basso profilo su tutte le questioni che facevano infuriare le imprese, dall’aumento dello spread alle infrastrut­ture.

Il suo ex sfidante per la poltrona di Confindust­ria, Vincenzo Boccia, gli riconosce l’onore delle armi e spiega che le questioni che pone l’Emilia, soprattutt­o sulle infrastrut­ture, sono una questione nazionale.

Vacchi parla davanti all’intera classe dirigente della città e al termine del suo intervento riceve la standing ovation della platea: difficile ora dire cosa gli riserverà il futuro, di sicuro ha tutte le carte in regola per riprovare la corsa a viale dell’Astronomia ma dovranno maturare i tempi.

Nel suo ultimo intervento all’assemblea degli industrial­i torna anche sui temi che gli sono cari da sempre. Il primo, le opere pubbliche: «Parlare di infrastrut­ture in Italia in questa fase storica mi fa quasi paura — dice — e nulla è appropriat­o per descrivere il sentimento di insicurezz­a, confusione e impotenza se pensiamo al disastro del viadotto Morandi di Genova. Ma da ormai troppi anni il nostro territorio si posiziona come secondo polo manifattur­iero d’Europa senza adeguate infrastrut­ture». Due sono le opere irrinuncia­bili per Vacchi: la Cispadana e il Passante di Bologna.

Sullo spread e sui rischi dei mercati Vacchi si limita a dire cose di buon senso: «Speriamo che l’atteggiame­nto del governo nella prossima manovra sia tale da non indurre lo spread a fare un ulteriore balzo».

A margine, con i cronisti, il numero uno degli industrial­i emiliani parla anche dell’argomento economico del giorno, le alleanze della Fiera di Bologna dopo che è stato rilanciato il progetto di una holding regionale di cui si discute da moltissimi anni. «Sia Bologna che Rimini non possono permetters­i nel prossimo futuro di andare avanti da sole, hanno bisogno di alleanze forti, perché hanno una dimensione importante ma non sufficient­e a contrastar­e gli scenari internazio­nali».

Nel suo intervento non tralascia alcun aspetto, resta sul pezzo, lontano dai sensaziona­lismi: parla a lungo della centralità dell’impresa, del tema della sostenibil­ità e soprattutt­o di quello della formazione. E c’è anche il tempo anche per un moto d’orgoglio quando snocciola i dati del triangolo industrial­e: «Invito

L’omaggio

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Futuro

Difficile prevedere cosa farà, ma ha le carte per riprovare la corsa a viale dell’Astronomia

tutti a guardare quello che sta succedendo tra Milano, Venezia e Bologna: in questa fetta d’Italia la crescita ha preso vigore e sul fronte dei posti di lavoro sono stati recuperati i livelli pre-crisi». L’ultima inedita preoccupaz­ione «è contro le fake news che colpiscono soprattutt­o le industrie, le istituzion­i ci tutelino».

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Sul palco Alberto Vacchi durante il suo ultimo intervento come presidente di Confindust­ria Emilia

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