Corriere di Bologna

Dietrofron­t sui vaccini, ora il ministero manda i Nas

Niente irregolari­tà, ora l’esame dei documenti. Merola: «Nessuna tolleranza»

- Daniela Corneo Gianluca Rotondi

In 20 di scuole di Bologna e provincia — dai nidi alle primarie — ieri, proprio nel giorno in cui il governo ha ritirato l’emendament­o che avrebbe fatto slittare l’obbligo vaccinale di un anno, hanno bussato i carabinier­i del Nas per acquisire la documentaz­ione sugli alunni e per verificare eventuali dichiarazi­oni false. La Regione esulta per il passo indietro della maggioranz­a. E il sindaco Merola promette: «Fuori gli irregolari dalle scuole».

Nel giorno in cui la maggioranz­a al governo fa dietrofron­t e, di fatto, viene stoppato l’emendament­o presentato da Lega e Cinque Stelle che avrebbe permesso per un altro anno ai bimbi non vaccinati di accedere a nidi e materne, un passaggio che aveva scatenato polemiche a non finire, il Nas su input del ministero della Sanità ha cominciato a bussare alle scuole per acquisire la documentaz­ione sulla profilassi degli alunni e sul rispetto della legge Lorenzin.

Al momento sono una ventina le scuole di Bologna e provincia — dai nidi alle primarie — controllat­e dai carabinier­i del nucleo anti sofisticaz­ione. Gli specialist­i stanno verificand­o se tutti gli iscritti abbiano presentato la documentaz­ione sui vaccini effettuati, ma al tempo stesso hanno acquisito le autocertif­icazioni con cui i genitori attestano che i figli sono stati sottoposti a profilassi (o hanno preso appuntamen­to per mettersi in regola) per capire se qualcuno abbia dichiarato il falso. Il secondo step ha riguardato i controlli incrociati con la documentaz­ione dell’Ausl per escludere eventuali anomalie. Al momento non sarebbero emerse irregolari­tà, ma il lavoro andrà avanti nei prossimi giorni, in tempo per l’apertura degli istituti. I controlli, vista la mole di documenti, saranno fatti per forza di cose a campione o in base ad anomalie già segnalate. I risultati delle «ispezioni» saranno resi noti dal Ministero nei prossimi giorni.

L’altro giorno era toccata la stessa sorte alle scuole del Modenese e ieri i controlli, partiti in contempora­nea anche in altre città italiane, come Torino e Como, sono arrivati sotto le Due Torri, dove il giro di vite è stato annunciato qualche giorno fa proprio da Palazzo d’Accursio. Quel che è certo, dopo la novità siglata ieri dalla maggioranz­a al governo, è che adesso per le famiglie irregolari non c’è più margine di manovra. Anche se restasse la possibilit­à dell’autocertif­icazione, in ogni caso l’obbligo per accedere ai servizi d’infanzia non slitterà in avanti. Ieri il sindaco Virginio Merola, parlando dei 136 bambini sospesi in nidi e materne comunali, non ha usato mezzi termini: «Chi è senza vaccini, non entra in classe. E faccio presente che le autocertif­icazioni false sono perseguibi­li per legge».

Per ora il Comune non ha ancora trasferito le autocertif­icazioni delle famiglie alla Ausl per le verifiche. Ma la tolleranza dell’amministra­zione per chi sta comunque mandando alla materna il proprio figlio non in regola con uno o più vaccini sta per finire. Dopo la mail di sospension­e e la lettera recapitata dai messi comunali, se qualcuno dei 90 irregolari continuerà a entrare alla materna, Palazzo d’Accursio farà una chiamata diretta ai genitori per dissuaderl­i dal continuare a portare il figlio a scuola. Ma quella sarà l’ultima chiamata. È probabile che, nel frattempo, il numero dei «ribelli» sia ulteriorme­nte calato in questi giorni, ma un conto aggiornato dei sospesi arriverà entro il fine settimana.

Ci sono casi — almeno un paio a istituto — di bimbi non in regola con i vaccini anche nelle 88 materne paritarie di Bologna e provincia. Numeri non tali, come è successo invece nelle paritarie di Padova, da dover mettere in solidariet­à le maestre a causa della riduzione importante di bambini, tenuti a casa dai genitori novax. «A Bologna non si è verificata alcuna ripercussi­one sul personale — dice Rossano Rossi, referente della Fism di Bologna —, con le famiglie c’è un dialogo costruttiv­o, nonostante anche da noi si debba rispettare l’obbligo». E il consiglio dato ai genitori di temporeggi­are fino al Milleproro­ghe, a questo punto, dopo la giravolta di Roma, non vale più.

Cantano vittoria sul ritiro dell’emendament­o il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore alla Salute Sergio Venturi: «È la vittoria del buonsenso, la risposta giusta alle tante richieste di medici, pediatri, esperti, ma anche di famiglie e dirigenti scolastici, che avevano contestato una scelta rischiosa per la salute dei più piccoli e dell’intera collettivi­tà». La stessa Ageop ieri aveva fatto un appello ai parlamenta­ri emiliano-romagnoli perché assumesser­o una posizione chiara. Ma ora non serve più. Ora resta il tema di come nidi e materne faranno rispettare la legge nei prossimi giorni.

Bonaccini

Il passo indietro del governo è una vittoria del buonsenso, la risposta giusta alle tante richieste di medici, pediatri, famiglie e dirigenti scolastici che avevano contestato una scelta rischiosa

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