Dietrofront sui vaccini, ora il ministero manda i Nas
Niente irregolarità, ora l’esame dei documenti. Merola: «Nessuna tolleranza»
In 20 di scuole di Bologna e provincia — dai nidi alle primarie — ieri, proprio nel giorno in cui il governo ha ritirato l’emendamento che avrebbe fatto slittare l’obbligo vaccinale di un anno, hanno bussato i carabinieri del Nas per acquisire la documentazione sugli alunni e per verificare eventuali dichiarazioni false. La Regione esulta per il passo indietro della maggioranza. E il sindaco Merola promette: «Fuori gli irregolari dalle scuole».
Nel giorno in cui la maggioranza al governo fa dietrofront e, di fatto, viene stoppato l’emendamento presentato da Lega e Cinque Stelle che avrebbe permesso per un altro anno ai bimbi non vaccinati di accedere a nidi e materne, un passaggio che aveva scatenato polemiche a non finire, il Nas su input del ministero della Sanità ha cominciato a bussare alle scuole per acquisire la documentazione sulla profilassi degli alunni e sul rispetto della legge Lorenzin.
Al momento sono una ventina le scuole di Bologna e provincia — dai nidi alle primarie — controllate dai carabinieri del nucleo anti sofisticazione. Gli specialisti stanno verificando se tutti gli iscritti abbiano presentato la documentazione sui vaccini effettuati, ma al tempo stesso hanno acquisito le autocertificazioni con cui i genitori attestano che i figli sono stati sottoposti a profilassi (o hanno preso appuntamento per mettersi in regola) per capire se qualcuno abbia dichiarato il falso. Il secondo step ha riguardato i controlli incrociati con la documentazione dell’Ausl per escludere eventuali anomalie. Al momento non sarebbero emerse irregolarità, ma il lavoro andrà avanti nei prossimi giorni, in tempo per l’apertura degli istituti. I controlli, vista la mole di documenti, saranno fatti per forza di cose a campione o in base ad anomalie già segnalate. I risultati delle «ispezioni» saranno resi noti dal Ministero nei prossimi giorni.
L’altro giorno era toccata la stessa sorte alle scuole del Modenese e ieri i controlli, partiti in contemporanea anche in altre città italiane, come Torino e Como, sono arrivati sotto le Due Torri, dove il giro di vite è stato annunciato qualche giorno fa proprio da Palazzo d’Accursio. Quel che è certo, dopo la novità siglata ieri dalla maggioranza al governo, è che adesso per le famiglie irregolari non c’è più margine di manovra. Anche se restasse la possibilità dell’autocertificazione, in ogni caso l’obbligo per accedere ai servizi d’infanzia non slitterà in avanti. Ieri il sindaco Virginio Merola, parlando dei 136 bambini sospesi in nidi e materne comunali, non ha usato mezzi termini: «Chi è senza vaccini, non entra in classe. E faccio presente che le autocertificazioni false sono perseguibili per legge».
Per ora il Comune non ha ancora trasferito le autocertificazioni delle famiglie alla Ausl per le verifiche. Ma la tolleranza dell’amministrazione per chi sta comunque mandando alla materna il proprio figlio non in regola con uno o più vaccini sta per finire. Dopo la mail di sospensione e la lettera recapitata dai messi comunali, se qualcuno dei 90 irregolari continuerà a entrare alla materna, Palazzo d’Accursio farà una chiamata diretta ai genitori per dissuaderli dal continuare a portare il figlio a scuola. Ma quella sarà l’ultima chiamata. È probabile che, nel frattempo, il numero dei «ribelli» sia ulteriormente calato in questi giorni, ma un conto aggiornato dei sospesi arriverà entro il fine settimana.
Ci sono casi — almeno un paio a istituto — di bimbi non in regola con i vaccini anche nelle 88 materne paritarie di Bologna e provincia. Numeri non tali, come è successo invece nelle paritarie di Padova, da dover mettere in solidarietà le maestre a causa della riduzione importante di bambini, tenuti a casa dai genitori novax. «A Bologna non si è verificata alcuna ripercussione sul personale — dice Rossano Rossi, referente della Fism di Bologna —, con le famiglie c’è un dialogo costruttivo, nonostante anche da noi si debba rispettare l’obbligo». E il consiglio dato ai genitori di temporeggiare fino al Milleproroghe, a questo punto, dopo la giravolta di Roma, non vale più.
Cantano vittoria sul ritiro dell’emendamento il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore alla Salute Sergio Venturi: «È la vittoria del buonsenso, la risposta giusta alle tante richieste di medici, pediatri, esperti, ma anche di famiglie e dirigenti scolastici, che avevano contestato una scelta rischiosa per la salute dei più piccoli e dell’intera collettività». La stessa Ageop ieri aveva fatto un appello ai parlamentari emiliano-romagnoli perché assumessero una posizione chiara. Ma ora non serve più. Ora resta il tema di come nidi e materne faranno rispettare la legge nei prossimi giorni.
Bonaccini
Il passo indietro del governo è una vittoria del buonsenso, la risposta giusta alle tante richieste di medici, pediatri, famiglie e dirigenti scolastici che avevano contestato una scelta rischiosa