LA RICERCA SALVERÀ LA SANITÀ
Qual è l’opinione degli italiani sulla sanità nelle regioni del Nordest? L’indagine di Demoskopika assegna all’Emilia-Romagna il podio più alto a scala nazionale per efficienza del suo sistema sanitario. Il Veneto occupa il terzo gradino. Per soddisfazione dell’utenza, Trentino-Alto Adige e Veneto sono in seconda e terza posizione. In complesso, un Nordest da quasi primato per competenza e prontezza nell’assolvere le proprie mansioni, capacità di rendimento e di rispondenza ai propri fini, attitudine a produrre l’effetto dovuto, utenti abbastanza appagati. Per fare di più e meglio vari sono i mezzi cui ricorrere, tra questi la leva imprenditoriale frutto della ricerca scientifica. Resta questo un terreno non ancora sufficientemente coltivato. Ne è prova il robot chirurgico compatto che consente di operare i pazienti senza lasciare cicatrici: ciò che farebbe salire da «sufficiente» ad «alta» la soddisfazione dei pazienti. Non solo: quel robot offre l’opportunità di fare di più con meno, essendo per costo, dimensione e manovrabilità maggiormente conveniente a confronto degli attuali sistemi robotici. Ricerca scientifica, tecnologica e realizzazione del dispositivo sono opera del dottor Antonello Forgione dell’ospedale Niguarda di Milano. Un lavoro decennale che è sboccato nella creazione di una startup premiata dal Quirinale.
Startup poi emigrata in Israele dove ha ricevuto finanziamenti milionari da investitori non solo locali, ma anche dalla Cina e dal Giappone. Lo scienziato denuncia il male italiano. Da noi l’imprenditorialità scientifica è finanziata poco e male, quindi destinata al fallimento. Il Nordest fa eccezione, è un’isola felice in un mare di problemi che gravano sulle gracili spalle delle imprese che innovano lo stato dell’arte? Quantità e qualità dei dati disponibili non aiutano a dare una risposta univoca. I dubbi sono tanti. Eccone alcuni. Per finanziare l’avvio di imprese originate dalla ricerca, quanti centesimi sono disponibili per ciascun euro, pubblico e privato, speso fin qui in immobili, attrezzature, consulenze e formazione da un folto gruppo di parchi scientifici, incubatori e acceleratori d’impresa, spazi di lavoro condivisi, centri di trasferimento tecnologico, fondazioni promotrici dell’alleanza tra scienza e imprenditorialità, e quant’altro rientra nell’affollato ambiente nordestino della creazione d’impresa? Le scuole di alta formazione disseminate nei nostri territori sono tessuti culturali ad ampia apertura internazionale con alta densità di partecipanti provenienti da Paesi di diversi continenti? Le relazioni internazionali faccia a faccia sono tra le condizioni preliminari alla costruzione di fiducia, indispensabile per condividere un’avventura imprenditoriale carica d’incertezza. Frequentando a Milano la Bocconi, Forgione imbastisce un rapporto d’amicizia con un imprenditore israeliano, collega di corso, che diventa suo socio in possesso della chiave per accedere ai fondi statali d’Israele e al parco tecnologico nei pressi di Tel Aviv. Finora, occasioni così promettenti per tradurre la scienza in imprenditorialità sono scaturite dalla Bologna Business School e da altre istituzioni d’alta formazione? «Non è perché le cose siano difficili che non osiamo avventurarci; sono difficili perché non osiamo azzardare», sosteneva Seneca. In attesa di risposte ai nostri quesiti, vogliamo sperare che l’arte di osare trovi estimatori e praticanti tra educatori, imprenditori e finanziatori. In fondo, le graduatorie sono memorie che portano speranze.