Contro bulli e spaccio arrivano le telecamere I presidi applaudono
Il Comune ha una decina di giorni di tempo per mettere nero su bianco la lista delle priorità a cui destinare i fondi di «Scuole sicure». È quanto emerso ieri durante il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in cui prefettura e amministrazione hanno gettato le basi del progetto contro bullismo, cyberbullismo e consumo di droga chiesto dal Viminale che darà a Bologna una cifra di 98.250 euro. Punto centrale del progetto: l’installazione di telecamere anti spaccio fuori dagli istituti.
Un’ipotesi, questa, che trova favorevole la gran parte dei presidi degli istituti superiori. «Queste risorse — dice la preside del classico Galvani Giovanna Cantile — servivano: invitare le forze dell’ordine a fare i controlli è diverso dal monitorare cosa avviene fuori da scuola e che personaggi vi gravitano». «Le telecamere erano già nei nostri progetti — dice il preside del Copernico Roberto Fiorini — ma non avevamo le risorse per installarle. Sono uno strumento efficace per tenere le scuole al riparo dalla pressione malavitosa». Per Fabio Gambetti del Minghetti e Roberta Fantinato del Belluzzi le telecamere possono essere un ausilio, «ma serve un’azione educativa, più che la repressione». E in particolare Fantinato sottolinea: «Le priorità della scuola adesso sono altre, come la sicurezza delle strutture». Alessandra Francucci del Sabin ritiene che «vada studiato caso per caso e zona per zona. Da noi, per esempio, sarebbero più efficaci in giardino, dove vengono nascoste le dosi». «Giusta una forma di controllo del territorio adiacente alle scuole, ma si controllino anche i luoghi di passaggio e di aggregazione degli studenti», dice Maria Cristina Casali, alla guida dell’artistico Arcangeli e del liceo Fermi.
98 Le migliaia di euro che il Viminale ha deciso di dare a Bologna