Corriere di Bologna

Ultime ore per salvare l’ex Breda

L’azienda attacca il Mise, in campo da Zuppi a Merola. Fiom: Di Maio complice se non si muove

- Rosano

Poche ore per impedire che l’assemblea di Industria Italia- na Autobus sancisca domani la fine dell’ex Breda. Dopo che il Mise ha accusato l’azienda di «ricatti», l’ex Breda ha imputato a Roma di fare «spot pubblicita­ri». Un muro contro muro che rischia di stritolare i lavoratori. Ieri le tute blu hanno incassato l’impegno di Zuppi e hanno incontrato Regione e Comune. «Di Maio sarà complice se non adotta una soluzione», dice la Fiom, pronta a ritornare a Roma domani.

Da un lato il ministero dello Sviluppo economico, che venerdì sera ha assicurato di essere impegnato a garantire «la continuità aziendale» di Industria Italiana Autobus. Dall’altro l’azienda, che dice di non aver ricevuto «alcuna formale rassicuraz­ione circa gli annunciati interventi risolutivi». Un muro contro muro che rischia di stritolare l’ex Breda e i suoi 150 dipendenti, esasperati nel vedere che i loro stipendi e il loro futuro restano appesi a un filo mentre si avvicina l’assemblea degli azionisti di lunedì. Un appuntamen­to che, se non arriverà una ricomposiz­ione, rischia di portare al fallimento l’azienda di via San Donato. «La colpa della crisi non è di questo governo — mette in chiaro Bruno Papignani della Fiom — ma se non adotterà una soluzione Di Maio sarà complice».

Dell’ottimismo trapelato venerdì sera era rimasto ben poco ieri mattina. Soprattutt­o dopo che l’azienda ha diffuso una nota in cui, oltre a definire «tutt’altro che consoni» i toni usati dal Mise, mette in chiaro che di fronte al perdurare di «proclami propri di spot pubblicita­ri, l’assemblea degli azionisti, già da tempo convocata per la giornata di lunedì 10 settembre al fine di adottare gli opportuni adempiment­i ex art. 2447 c. c., non potrà che deliberare sulla base di elementi concreti». L’articolo del codice civile citato è quello che disciplina la riduzione del capitale al di sotto del limite legale e lascia poco spazio all’immaginazi­one: o si ricapitali­zza, o si va verso la messa in liquidazio­ne. Per l’ex Breda, inoltre, il fatto che il ministero abbia denunciato «forme di ricatto» durante l’incontro di venerdì è un elemento «non veritiero e lesivo dell’immagine dell’azienda e degli azionisti, idoneo minare la tranquilli­tà degli stessi lavoratori».

Tranquilli­tà ormai sparita, visto il braccio di ferro sulle loro teste. Nel tentativo di recuperare un po’ di quella tranquilli­tà, ieri gli operai hanno bussato alle porte della Curia, dove sono stati ricevuti dall’arcivescov­o Matteo Zuppi. Una delegazion­e delle rsu, insieme al segretario Fiom Emilia-Romagna Bruno Papignani, è rimasta per una quarantina di minuti a colloquio con Zuppi. «Ho espresso la solidariet­à e la vicinanza della Curia. È una situazione di grande sofferenza — ha detto Zuppi — che deve trovare una soluzione. Chiunque deve assumersi le sue responsabi­lità, qualunque cosa sia utile a evitare la perdita del lavoro sarà fatta». A cominciare da una serie di telefonate che da via Altabella partiranno all’indirizzo del Mise e dell’azienda. «Al monsignore non potranno non dare risposte», sperano i lavoratori, che più tardi a Palazzo d’Accursio hanno incontrato il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il sindaco Virginio Merola e l’assessore Marco Lombardo.

L’obiettivo è uno solo: evitare l’assemblea di domani. «Bastano 3 milioni per pagare luce, acqua e stipendi, con altri 10 si ricapitali­zza. A quel punto Finmeccani­ca (oggi Leonardo, ndr)) diventereb­be padrona di Industria Italiana Autobus: una soluzione ponte in attesa di un altro accordo. Il governo deve mandare una lettera subito e impegnarsi, altrimenti sarà complice di un fallimento», dice Papignani, che ricorda come il progetto da tempo in campo sia quello di «avere Invitalia con il 33%, poi un altro soggetto pubblico, Leonardo o altri, e infine un imprendito­re bolognese che assuma la governance». Il riferiment­o è alla Sira Industrie guidata da Valerio Gruppioni, che resta però abbottonat­issimo: «Nella maniera più assoluta, non intendo commentare la situazione di Industria Italiana Autobus». «Ecco la distanza tra le promesse del ministro Di Maio e la realtà dei fatti», ha detto ieri il segretario del Pd nazionale, Maurizio Martina. Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto di essere ricevuti al Mise. In assenza di risposte le tute blu domani torneranno a manifestar­e a Roma, stavolta davanti Palazzo Chigi. «Se necessario io sono pronto», ha promesso Merola. Tutti sperano che le cose vadano diversamen­te.

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Insieme Bruno Papignani, segretario Fiom Emilia Romagna con il vescovo Zuppi alla fine dell’incontro
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In curia La delegazion­e sindacale con il vescovo
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Al fronte Con il sindaco Merola e il Governator­e Bonaccini

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