Municipalizzate ed enti locali, gli ordini fermi
Le gare vinte, i lavori iniziati, i soldi da sbloccare
«Era il segnale che aspettavamo, la gara vinta per gli autobus della Regione Campania è uno spartiacque importantissimo per il rilancio di Industria italiana autobus che entro il 2018 riporterà al lavoro la quasi totalità degli addetti tra Bologna e Flumeri». Era il 29 novembre 2017 e l’ad di Industria italiana autobus, ex Bredamenarinibus, Stefano Del Rosso commentava con entusiasmo l’aggiudicazione di tre dei cinque lotti, ovvero 200 autobus sui 305 mezzi complessivi, messi a bando dall’Agenzia campana per la mobilità. Dieci mesi dopo, con lo spettro del fallimento che sembra materializzarsi sempre di più, anche quell’appalto fa parte dei 23 milioni di commesse in lavorazione che Iia chiede di sbloccare immediatamente per reperire liquidità e pagare gli stipendi. Per il ministero si tratterebbe di «un ricatto», ma dall’azienda spiegano invece che quei 23 milioni riguardano commesse già in lavorazione per conto di municipalizzate pubbliche sparse in tutto Italia che, visti i tempi più lunghi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni, avrebbero «contribuito a gravare sulle pendenze». Ma a chi sono intestate quelle fatture che Industria italiana autobus spera di incassare subito per reperire liquidità o comunque per aprire una linea di credito con le banche? Si è detto dell’Agenzia campana per la mobilità che ha commissionato 200 autobus ecologici di nuova generazione. Ci sono poi Tper e Start Romagna, azienda che riunisce il trasporto pubblico di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.
Bonaccini ha assicurato di poter mettere sul piatto 1, milionidi euro, a patto che vengano usati per pagare gli stipendi e non le banche
Ma dei crediti vantati dalle partecipate pubbliche emiliano-romagnole, il governatore Stefano Bonaccini ha già assicurato di poter mettere subito sul piatto 1,6 milioni di euro, a patto che vengano utilizzati per pagare gli stipendi e non le banche. Tra i committenti di IIA ci sono poi Amt, azienda di trasporti di Catania, che nel 2017 ha aggiudicato la gara per l’acquisto di 42 nuovi autobus. Si tratta di modelli Citymood da 12 metri a metano, ecocompatibili e dotati di pedana per l’accesso disabili, capienza di 101 viaggiatori e monitor lcd da 18 pollici per l’intrattenimento e le informazioni di servizio. Altri crediti l’ex Breda li vanta dalle municipalizzate di Napoli, Vicenza e Genova. A gennaio di quest’anno si è aggiudicata un lotto da 5 milioni e 220mila euro per la fornitura di 17 mezzi da 10,30 a 10,90 metri con motore ciclo diesel Euro VI per la Amt di Genova. Un secondo lotto per altri dieci autobus snodabili da 3 milioni e 700mila euro. E infine un terzo lotto da 5 milioni e 400mila euro per altri 15 veicoli. Tutte commesse che, se non consegnate in tempo, l’azienda potrebbe rischiare di perdere e in quel caso l’appalto passerebbe alla seconda classificata nelle gara, in molti casi la concorrente Iveco. «Dopo l’incontro di venerdì tra azienda e sindacati — osserva il segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano — era stata ventilata l’ipotesi che il governo stesse lavorando per sbloccare alcuni crediti esigibili, ma il comunicato dell’azienda di questa mattina (ieri per chi legge, ndr) smentisce tutto. Siamo preoccupati». Degli ultimi giorni è invece la notizia che Industria italiana autobus si è aggiudicata alcuni lotti di una gara Consip per 750 veicoli. Una commessa che tutti, in primis i 440 lavoratori di Bologna e Avellino, sperano l’azienda sarà in grado di onorare.