Corriere di Bologna

Pd, la Festa «in rosso» chiude con Minniti Un bilancio senza acuti

Ieri la chiusura della kermesse, che rischia di perdere oltre 500 mila euro

- Facchini, Rosano

I padiglioni della Fiera di Bologna non bastano a rilanciare il bilancio della Festa dell’Unità, che l’anno scorso (ultima edizione al Parco Nord) incassò 650 mila euro meno delle aspettativ­e. La kermesse, che si è chiusa ieri con l’ex ministro Marco Minniti, si sarebbe lasciata dietro un buco che potrebbe superare i 500 mila euro.

È una chiusura che lascia molti interrogat­ivi, soprattutt­o economici, quella della nuova Festa dell’Unità tra i padiglioni della Fiera di Bologna. La prima, dopo 44 anni, lontana dalla storica location del Parco Nord. Dove, come se non bastasse, è andata in scena (e si concluderà questa domenica) la contro-festa Made in Parco Nord, organizzat­a tra gli altri anche dall’ex responsabi­le delle Feste dem Fabio Querci.

I dati che circolano ai piani alti del Pd bolognese lasciano poco spazio ai sorrisi. La prima Festa dell’Unità tra i padiglioni della Fiera di Bologna, che si è chiusa ieri sera con l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, non avrebbe raggiunto gli obiettivi sperati. Complice la nuova location meno attraente, la competizio­ne della contro-festa al Parco Nord e l’onda lunga della batosta elettorale del 4 marzo, gli incassi della kermesse democratic­a sarebbero inferiori alle aspettativ­e e il «buco» potrebbero superare i 500 mila euro.

I dati ufficiali di Via Rivani arriverann­o presto, ma è questa la cifra che circola ai piani alti del partito bolognese. L’anno scorso la Festa incassò 650 mila euro in meno delle previsioni e da lì partì la riorganizz­azione che alla fine ha portato la kermesse in Fiera, tra i mugugni di molti volontari storici e lo spaesament­o di militanti e semplici curiosi, che in alcuni casi sono tornati al Parco Nord anche quest’anno convinti che quella fosse la «vera» Festa. Ma i minori costi di allestimen­to e organizzaz­ione garantiti dai padiglioni della Fiera di Bologna non sarebbero bastati a evitare un buco con cui adesso Via Rivani dovrà fare i conti. Probabilme­nte ripensando ancora una volta una formula che, da risorsa per le casse del partito, rischia di trasformar­si in un peso.

Che quest’anno non sia andata benissimo è un dato palpabile anche passeggian­do nell’ultima serata della Festa. «Soddisfatt­i? Macché», dicono alcuni militanti ultrasessa­ntenni in servizio al ristorante Il Gambero Rosso. «Siamo stati penalizzat­i dal posto nuovo, dalla concorrenz­a al Parco Nord e dalla questione politica: ormai il Pd non ha più il seguito di una volta». . «La frequenza è stata più bassa, ma c’era da aspettarse­lo» ragiona Gabriele Franco dal bancone del suo bar al padiglione 38, prima di lanciare una frecciatin­a agli ex compagni del Parco Nord: «Sono contento che in alcune serate abbia piovuto». Altri sono più ottimisti. «Le iniziative politiche sono andate bene», garantisce Antonio, giovane volontario al ristorante Bertoldo. Mentre Mario Oliva, segretario alla Bolognina e responsabi­le dello stand delle crescentin­e, aggiunge: «Il nostro bilancio è positiviss­imo. Sono ottimista: siamo ripartiti da zero e abbiamo preso le misure. L’anno prossimo migliorere­mo».

Intanto, sul palco,per la chiusura c’è l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti. «Il Pd — dice— deve cambiare radicalmen­te se stesso, bisogna rivoltarlo come un calzino. L’unica cosa che non deve cambiare è il nome»

Minniti: il Pd deve cambiare radicalmen­te L’unica cosa che non deve cambiare è il nome

” I volontari Siamo stati penalizzat­i dalla concorrenz­a del Parco Nord

La frequenza è stata più bassa rispetto ad altre edizioni

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Chiusura L’ex ministro dell’Interno Marco Minniti sul palco nell’ultimo giorno della Festa dell’Unità di Bologna per la prima volta in Fiera

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