Corriere di Bologna

QUOTE PUBBLICHE E PRIVATI TRA BUSITALIA E GRUPPIONI

Busitalia potrebbe subentrare. Resta il nodo del partner privato

- Di Alessandra Testa

Ci potrebbe essere anche un cambio di nome nel futuro dell’ex Bredamenar­inibus di Bologna e dell’ex Irisbus di Flumeri, confluite quattro anni fa in Industria Italiana Autobus. Tra le ipotesi, una proprietà a maggioranz­a pubblica e una governance in mano a un privato. Con Invitalia potrebbero entrare Gruppioni e Busitalia del gruppo Fs.

Archiviato il fallimento, per Industria Italiana Autobus si apre un percorso che potrebbe portare a uno scenario tutto nuovo, come auspicato da sempre dai sindacati e come promesso davanti ai cancelli dell’ex Breda di Bologna dal vicepremie­r Luigi Di Maio, sia in campagna elettorale sia appena dopo il suo insediamen­to al governo: la reale creazione di un polo del trasporto locale di ultima generazion­e a maggioranz­a pubblica. Prima di arrivarci, però, è necessario un riassetto societario e, dunque, una ricapitali­zzazione.

Due cose sembrano al momento certe: il desiderio di Leonardo (ex Finmeccani­ca), che oggi possiede l’11% delle azioni dell’azienda, di uscire dalla società entro la fine dell’anno; quindi, la ridefinizi­one delle quote di Stefano Del Rosso che in queste ultime settimane non ha di fatto mai fatto mistero o messo paletti a un possibile ridimensio­namento del proprio ruolo.

La nuova era dell’ex Bredamenar­inibus di Bologna e dell’ex Irisbus di Flumeri, confluite quattro anni fa in Industria Italiana Autobus, potrebbe anche vedersi assegnare un nuovo nome di battesimo. Tutto dipenderà da cosa emergerà dalla due diligence, vale a dire dall’attività di approfondi­mento dei documenti consegnati ieri da Del Rosso e dai tavoli tecnici che si terranno al ministero dello Sviluppo economico nelle prossime settimane e, solo poi, da quale sarà l’identità dei soggetti che si siederanno nelle poltrone della società. Si potrebbe, per esempio, avere anche una proprietà a maggioranz­a pubblica e una governance in mano a un soggetto privato. L’ipotesi uscita nei giorni scorsi dal palazzo del Mise è quella di cui si parla da settimane: l’ingresso di Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimen­ti e lo sviluppo di impresa di proprietà al 100% del ministero dell’Economia (si è appena fatta garante dello sblocco delle linee di credito per far ripartire l’azienda) entro ottobre, e l’arrivo di un nuovo socio privato. Come si vocifera da mesi, ma pare in questi giorni stia prendendo finalmente forma un progetto industrial­e, l’investitor­e alla finestra è sempre lo stesso: Valerio Gruppioni, patron della Sira Industrie di Rastignano e con ottime referenze e credibilit­à negli ambienti confindust­riali emiliano-romagnoli. Addirittur­a c’è chi lo vedrebbe nei panni di nuovo amministra­tore delegato. Il Sergio Marchionne degli autobus, insomma. Le quote di Invitalia e dell’investitor­e in ingresso dovrebbero raggiunger­e come somma massima il 50%. Anche se al momento non sono mai usciti altri nomi alternativ­i a quello di Gruppioni, non è escluso che il governo stia trattando anche con altri privati visto che il core business di Sira Industrie non è quello degli autobus, ma quello dei radiatori per il riscaldame­nto domestico e pressofusi­oni per l’industria meccanica e l’automotive. Chiunque fosse il socio privato in entrata, Invitalia rimarrebbe comunque in minoranza con quote che potrebbero oscillare tra il 30 e il 40%. La maggioranz­a pubblica si potrebbe raggiunger­e in due maniere differenti: o con la permanenza di Leonardo, come si diceva molto improbabil­e, o con l’ingresso, al fianco di Invitalia, di un altro soggetto pubblico, quella Busitalia controllat­a da Ferrovie dello Stato che già dallo scorso anno sta cercando di trovare il suo spazio nel comparto europeo dei pullman a lunga percorrenz­a.

In attesa di capire quale sarà il futuro, è bene ricordare i punti di forza di Industria Italiana Autobus. La società ha commesse e profession­alità uniche in tutta Italia, nonostante quel piccolo grande difetto che la vede produrre mezzi in Turchia. Tra i clienti forti, le grandi partecipat­e pubbliche emiliano-romagnole, l’azienda di trasporti di Catania e le municipali­zzate di Napoli, Vicenza e Genova che, come da gara, effettuera­nno i pagamenti mancanti non appena saranno consegnati gli autobus ordinati.

La due diligence

Ora partirà l’analisi dei documenti societari presentati ieri dall’ad Del Rosso Non solo Gruppioni Non sono mai uscite alternativ­e, ma il governo potrebbe avere altri in mente

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