Periferie, ultima chiamata. Merola va da Conte
Ieri summit con i parlamentari. Bugani ottimista, ma i dem: a Roma dite altro
Ultima chiamata per scongelare i fondi della seconda tranche del Piano periferie e portare a Bologna i 18 milioni per la nuova caserma dei carabinieri al Pilastro (dove sono previsti altri interventi) e l’archivio della Cineteca all’ex parcheggio Giuriolo. Ieri il sindaco Virginio Merola, che oggi sarà dal premier Giuseppe Conte insieme all’Anci, ha riunito in Comune i parlamentari bolognesi, tra assenti giustificati e defezioni senza risposta dall’asse gialloverde: Lucia Borgonzoni della Lega («fa parte dello stile del nostro sottosegretario, non ha nemmeno spiegato perché non è presente», ha detto Merola) e i pentastellati Michela Montevecchi e Matteo Dall’Osso.
«È legittimo per qualsiasi governo cambiare opinione, ma qui siamo di fronte a impegni presi e firmati. Ci sono imprese coinvolte e progettisti pagati — ha detto Merola — bisogna rimediare a questo incidente». Per farlo serve un emendamento al decreto Milleproroghe che si inizierà a discutere oggi alla Camera. Il Pd ne ha presentati tre e uno porta la firma dei deputati bolognesi Andrea De Maria
” De Maria Sarà un danno per il Paese se questi interventi non verranno realizzati
Se oggi il governo porrà la fiducia sul Milleproroghe i fondi resteranno congelati
e Gianluca Benamati, determinato a difendere nello specifico (se gli altri due emendamenti verranno respinti) le risorse per Bologna. «Sarà un danno per il Paese se questi interventi non verranno realizzati», ha sottolineato De Maria all’incontro di ieri, mentre da Forza Italia è arrivata una mezza porta in faccia al sindaco. «Sulla caserma al Pilastro siamo d’accordo, ma — ha detto il parlamentare Galeazzo Bignami — non intendiamo difendere progetti su cui non siamo stati coinvolti». Polemiche stoppate sul nascere da Francesco Critelli, nella doppia veste di segretario del Pd e deputato: «Quei progetti non sono di un partito, ma della cittadinanza».
” Bugani Non c’è nessuno sgambetto, l’intento è portare avanti questi progetti
Il rischio di interpellare la politica sulle scelte urbanistiche, ha proseguito il ragionamento il centrista Pier Ferdinando Casini, «è tornare a un certo consociativismo. E invece sia chiaro: certe scelte spettano al Comune».
La truppa dei parlamentari, insomma, sembra tutt’altro che compatta. Qualche spiraglio di ottimismo è arrivato da Massimo Bugani, capogruppo M5S e vicecapo della segreteria di Luigi Di Maio, che nell’assenza dei parlamentari pentastellati ha comunque assicurato che «l’intento a portare avanti i progetti per le periferie c’è, non c’è nessuno sgambetto a chi ha operato prima di noi». L’ipotesi in campo è che si faccia partire una parte dei progetti congelati fino al 2020, per poi cercare risorse per gli altri. Ma a Roma il M5S, come ha sottolineato il dem Benamati, non sembra poi così convinto: «Purtroppo in commissione il tono del M5S è stato tutt’altro...». Oggi una delegazione dell’Anci incontrerà Conte e ci sarà anche Merola. «Gli spiegheremo l’importanza dei progetti del Piano periferie», ha detto il sindaco. Ma il rischio che il governo ponga la fiducia sul Milleproroghe ieri sera era concreto: una soluzione che ipotecherebbe lo sblocco dei fondi per le periferie.