Passante, la Lega al M5S: serve una soluzione vera
Il direttore della Fondazione Golinelli: l’innovazione è inevitabile
Sul Passante «la discussione è aperta» e sulle infrastrutture «ascoltiamo le imprese», dice il leghista Carlo Piastra dopo lo stop del M5S.
” Esperienza Anche io sono padre di ragazzi in età scolastica L’abuso è un rischio, dobbiamo coinvolgerli
” Danieli La libertà non può essere data attraverso un divieto E la libertà di scegliere penso sia una cosa diversa
«Non mi sembra questa la soluzione». Antonio Danieli è il direttore della Fondazione Golinelli che si occupa proprio di conoscenza, innovazione, cultura e giovani. Insomma, la persona adatta a riflettere se la scelta dell’istituto piacentino e del suo preside Fabrizio Bertamoni di bandire dalle proprie aule e per tutto l’orario delle lezioni i cellulari con una sacca sigillata di nuova generazione sia giusta o sbagliata. «Sicuramente — premette il direttore della Fondazione Golinelli — è un tema importante. Molto più importante di quanto si possa credere ed è giusto evidenziare il fatto che questa scuola ha voluto affrontarlo. Però la soluzione a cui si arriva non mi convince».
Perché?
«È verissimo che i cellulari, soprattutto quelli di ultima generazione, sono dotati di applicazioni potenti e possono facilmente portare alla distrazione, ma bisogna arrivare a una soluzione che non sia la privazione».
E quale può essere questa situazione?
«Questi sono strumenti, e penso anche ai tablet, che possono diventare strumenti che potenziano l’apprendimento, non c’è solo l’aspetto negativo da tenere in considerazione. I ragazzi devono essere coinvolti sempre di più perché questi strumenti possono benissimo essere usati in modo attivo anche e soprattutto durante le lezioni».
Quello del preside le sembra un approccio nostalgico?
«Dobbiamo sempre ricordarci che l’innovazione è inevitabile, ineludibile, e quindi va affrontata non con soluzioni tranchant. Noi come Fondazione Golinelli lavoriamo molto su questi aspetti, abbiamo organizzato diversi convegni su questi temi, ed è emerso che negli smartphone ci sono tante applicazioni positive che possono essere utilizzate, la sfida è farle emergere. E poi ovviamente servono sempre momenti in cui insegnare ai ragazzi un utilizzo consapevole di queste nuove tecnologie».
Per il preside non si tratta un divieto, dice che in questo modo sta aiutando i suoi studenti, come se li liberasse da un’oppressione.
«Sì, ma chi glielo ha chiesto? E la libertà viene data attraverso un divieto? Questa è l’autorità dell’istruzione. E mi chiedo: quella del preside è una sua prerogativa o figlia di un dibattito? Perché penso che la libertà di scegliere sia una cosa diversa. Tra l’altro non è un tema nuovo, il ministero dell’Istruzione da tempo se ne occupa e proprio ultimamente c’è stata una commissione ministeriale che non andava in questa direzione, anzi invitava a una riflessione costruttiva e a scelte non drastiche».
I genitori però sono d’accordo, anzi entusiasti.
«Anche io sono padre di ragazzi in età scolastica e questa reazione mi stupisce. Ripeto, l’abuso è un rischio, ma questa non è la soluzione. Lo sviluppo tecnologico è inarrestabile».