Corriere di Bologna

«Io, youtuber, penso sia giusto Test da fare»

- Claudia Balbi

Luis Sal, è uno youtuber bolognese da 50 milioni di visualizza­zioni noto ai giovanissi­mi per il tormentone «Ciao mi chiamo Luis». Classe 1997, Sergio Lerme, alias Luis, recentemen­te è stato scelto dal Comune di Bologna per promuovere il patrimonio culturale della città. L’influencer ha studiato al liceo artistico Arcangeli e in seguito si è iscritto al corso di Economia dell’Alma Mater.

Che ne pensa della schermatur­a dei cellulari?

«Penso che sia giusto come esperiment­o. Ho frequentat­o la quarta liceo negli Stati Uniti e in alcune classi era obbligator­io consegnare il cellulare al professore. Ovviamente la soglia dell’attenzione nei confronti della lezione si alzava».

È un passo avanti o un segno di chiusura alle nuove tecnologie?

«Non mi sembra un passo avanti e nemmeno di chiusura, mi sembra un test quasi necessario».

A scuola che rapporto aveva con il cellulare?

«Al liceo avevo lo stesso rapporto che ho adesso col cellulare, ci stavo molto attaccato, con la differenza che non dovevo essere beccato a guardarlo. Lo tenevo sotto il banco e lo guardavo con disinvoltu­ra».

Quanto tempo passava sui social? Andava bene a scuola?

«Passavo tante ore sui social network, come adesso, ma questo non influiva tanto sul mio andamento a scuola. Ho sempre viaggiato su una media del sette, mai stato bocciato o rimandato».

Lo scopo dell’istituto è stimolare la socialità tra gli alunni. Pensa che possa funzionare o ormai la comunicazi­one nelle nuove generazion­i passa sui social network?

«Se lo scopo è quello di stimolare la socialità, credo che sia una cavolata. Penso invece che lo scopo debba essere quello di riconquist­are l’attenzione degli studenti nei confronti dei professori e della scuola, non di educarli a socializza­re. Per esperienza credo che i social non ledano i rapporti, anzi, li creino e aiutino a mantenerli nel tempo, se utilizzati bene».

Che consiglio darebbe ai ragazzi social dipendenti?

«Ormai è inevitabil­e, i social e gli smartphone sono diventati un estensione della nostra persona. Sono di questa generazion­e e non credo di poter dare consigli a nessuno. Ormai questa è la normalità e io ci campo pure. Scommetto che col passare del tempo ci abitueremo e autoregole­remo».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy