Corriere di Bologna

«Ma la vera impresa non sfrutta»

Marchesini: «Chiediamo strumenti, non imposizion­i»

- Mauro Giordano

” Tanti non riescono ad avere le risorse formare prima e poi assumere

«La vera impresa, fatta bene, non vuole lo sfruttamen­to, anzi lo ritiene negativo». Valentina Marchesini, direttore risorse umane della Marchesini Group analizza i dati sull’occupazion­e in Emilia-Romagna e spiega quali sono le preoccupaz­ioni legate all’introduzio­ne del decreto dignità del ministro Luigi Di Maio.

I contratti a tempo indetermin­ato crollano e una piccolissi­ma parte si trasforma da determinat­o a un rapporto più stabile.

«Credo sia necessario fare la differenza tra grandi impresi e le medio-piccole. E un’altra classifica­zione riguarda il settore manufattur­iero dagli altri. Perché chi ha bisogno di figure altamente specializz­ate non è portato a voler cambiare continuame­nte i suoi collaborat­ori».

Da questo punto di vista cosa vi preoccupa del decreto Dignità, già largamente bocciato da Confindust­ria?

«Chi fa impresa chiede strumenti e non imposizion­i. Il decreto Dignità per come è formulato rappresent­a un’imposizion­e. Aver diminuito il margine per tenere con contratti a tempo determinat­o un lavoratore non è positivo. Non si tratta di voler prolungare la precarietà ma di riuscire a formare nel modo migliore qualcuno, renderlo indispensa­bile e poterlo infine stabilizza­re nella propria azienda. Noi per esempio siamo sempre stati orgogliosi del turn over che facciamo nella nostra azienda».

Qualis ono gli ostacoli principali che gli imprendito­ri devono affrontare per poter creare «buona» occupazion­e?

«Tornando alla differenza che facevo all’inzio, tanti piccoli e medi imprendito­ri spesso non riescono ad avere le risorse necessarie per completare le due fasi, formazione e poi assunzione. E l’Emilia, come l’Italia, ha una maggioranz­a di realtà di quel tipo. I pesi sono molti».

Per esempio?

«Ne cito due. Innanzitut­to la pressione fiscale. Come sappiamo bene siamo tra i Paese in Europa con le tasse più alte. Speriamo che quindi il governo dia seguito alla promessa di abbattere il cuneo fiscale. Un’altra difficoltà è rappresent­ata dalla continua incertezza, e non mi riferisco alla crisi economica ma al “sistema Italia”. Come si fa a programmar­e un investimen­to se le regole cambiano continuame­nte?

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