Corriere di Bologna

STRISCE PEDONALI IN 3D E MULTE PER CHI NON RISPETTA IL CODICE

- Gina Santi, © RIPRODUZIO­NE RISERVATA BOLOGNA BOLOGNA

Ne possiamo fare di tutte, ma se non ci mettiamo in testa di rispettare le regole non cambierà niente, adesso ho visto che il Comune pensa di mettere le strisce pedonali in 3D, perché così sono visibili meglio giorno e notte. Mi sta bene, spero proprio in soldi spesi bene, ma se posso dire la mia spenderei soprattutt­o per fare educazione stradale e poi imporrei a suon di multe il rispetto del codice stradale, così invece di spendere il Comune incassa e poco alla volta ci sarà più educazione sulle strade.

BOLOGNA

Gentile signora, certo che può dire la sua, perché ogni opinione merita di essere valutata, visto che le idee giuste non sono esclusiva di quelli che un tempo venivano chiamati «lor signori». Oggi questa definizion­e non si usa più, del resto si dubita spesso sulla signorilit­à di certi comportame­nti in alto loco: questione di giusta causa. Ma andiamo avanti. Per quanto mi riguarda, sono sempre favorevole al cosiddetto nuovo che avanza, soprattutt­o in materia di tecnologia. Con una premessa: questo nuovo va sperimenta­to e valutato, affinché non sia soltanto un atto di fede o uno spot alla ricerca del consenso. Quando un’app può evitarmi la coda in stazione per fare il biglietto del treno, è benvenuta. Pollice verso per quelle che il telefonino divora con inutile ingordigia bulimica ma poi gli restano sullo stomaco. In sintesi: la segnaletic­a 2.0 può rivelarsi utile. Ad esempio per limitare i danni in caso di hardware stradale mal riuscito, anche se a volte basterebbe un dissuasore per frenare i bollenti spiriti motoristic­i. Comunque ben vengano le novità, pur sapendo che senza un reset dei comportame­nti non si risolverà in toto il problema dei troppi morti e feriti sulla strada. Così, cara Gina, passo al punto più interessan­te della sua lettera e allargo il discorso: è ora di imporre tolleranza zero e, in contempora­nea, di avviare un piano Marshall di educazione stradale. Mille persone al mese al Pronto soccorso sono un’insopporta­bile tassa pagata all’inciviltà. Adesso va di moda dichiarars­i città smart o friendly, intelligen­te e amichevole, ma Bologna lo è nel traffico quotidiano? La mia risposta è no, s/confortato dalla lettura dei dati dell’infortunis­tica. Ecco perché propongo la mano dura invece di quella buonista. Con vigili urbani «cattivissi­mi», e multe senza eccezioni o riguardi. Senza difese di categoria: pedoni, ciclisti e motorizzat­i, tutti sotto lo stesso codice, tanto più che i ruoli sono intercambi­abili. Dubito che il menefreghi­sta con il manubrio diventi rispettoso al volante. È venuto il momento di mettere Bologna finalmente sulla «buona strada».

petizioni, ma purtroppo gli interessi economici dell’aeroporto hanno la meglio sulla nostra salute.

Alla luce degli ultimi tragici eventi (camion esploso a borgo panigale, ponte di Genova) e memori della scuola Salvemini di Casalecchi­o di Reno, viene da chiedersi, ma esiste un piano di sicurezza a tutela della collettivi­tà bolognese?

Non si avrà prima o poi l’ennesima tragedia annunciata? Scrivo a nome di tutti.

Silvia Facciolo, BOLOGNA

Durante la campagna elettorale del suo primo mandato, lo slogan del sindaco Merola era: «Se vi va tutto bene, io non vado bene». A distanza di dieci anni, non ci va tutto bene. Colui che dovrebbe rappresent­are gli interessi di tutta la comunità, dal palco della festa dell’ Unità si permette di dire che, nella querelle del Passante di mezzo, il nuovo governo sbaglia se segue le ra- gioni dei comitati (che altro non sono che cittadini e residenti e non associazio­ni a delinquere) del «non sotto casa mia». Egli, che ridendo e scherzando tra cariche varie sono lustri che bazzica nella amministra­zione bolognese, sa perfettame­nte che quelli che per lui sono «ghignosi», per usare lo slang locale, sono gli stessi che dagli anni 60 si fanno carico di un fardello costituito dal passaggio quotidiano inquinante, rumoroso e incessante di decine di migliaia di mezzi in un territorio urbano che ha già tanti problemi, senza esserne tutelati sotto il profilo ambientale e della salute di cui, tra l’ altro, è il responsabi­le.

Invece che pontificar­e e denigrare con battute fuori luogo, il sindaco di Bologna dovrebbe invertire il suo atteggiame­nto latitante e ascoltare i cittadini «ghignosi», per comprender­e le loro istanze ed adoperarsi in prima persona per mettere finalmente in campo quello che la gente si aspetta da un buon amministra­tore.

Noi, i «ghignosi»

Aiutiamo le Mobike

La Mobike è un grande servizio ma i vandali non si fermano. Sta a noi cittadini segnalare. Tramite App si può.

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