Il colonnello Solazzo: «Più uomini in strada contro spaccio e furti»
Spaccio e reati predatori, quelli che più influiscono sulla percezione di insicurezza dei bolognesi, in centro come nelle periferie. Sono le priorità indicate dal nuovo comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Pierluigi Solazzo, da dieci giorni al timone dell’Arma bolognese. Un mandato che si è aperto subito sul fronte caldo della Montagnola, «il primo posto che ho voluto vedere per toccare con mano i problemi dello spaccio che c’è e va contrastato».
Il nuovo dispositivo di contrasto, deciso sotto il coordinamento del prefetto Patrizia Impresa, porta anche la sua firma. Il tema della sicurezza del parco è approdato in Parlamento con l’interrogazione rivolta al ministro Matteo Salvini dal deputato Pd Andrea De Maria. «È un luogo che deve essere controllato, come già fatto in passato, motivo per cui si è deciso di incrementare i controlli», rileva Solazzo. Tra le valutazioni chieste al Comune in sede di comitato c’è la chiusura di alcuni varchi e una minima riduzione dell’orario di apertura.
Il colonnello Solazzo ha la sua posizione, pur chiarendo che le decisioni spettano al Comune. «Dopo aver fatto una valutazione complessiva, si è pensato che se invece di avere otto varchi aperti se ne hanno sei non ci sarebbe un grande danno per chi vuole frequentare il parco». In sostanza «si tratta di capire cosa si può fare per eliminare le condizioni che agevolano lo spaccio, e mi sembra che tra queste ci sia anche il fatto di tenere aperto un luogo quando non ci va nessuno, consentendo a qualcuno di curare i propri traffici illeciti. Il punto è che «è necessario cercare soluzioni comuni. La sicurezza è un sistema integrato, sviluppato da più attori istituzionali: pensare che la repressione di un fenomeno sia solo azione di polizia è un concetto superato. Va contrastata l’offerta ma anche, con altri strumenti, il consumo che è in crescita».
Un messaggio chiaro, come chiara è la strategia che l’Arma intende perseguire a Bologna e provincia, in città come in periferia perché «non c’è solo la Montagnola». Va in questa direzione il via libera alla caserma al Pilastro, ora impigliata nel braccio di ferro con il governo. «Sono valutazioni politiche ma lì serve la nostra presenza — sottolinea Solazzo —. L’obiettivo generale è mandare in strada quanti più uomini possibili per aumentare vigilanza e contrasto». Il perché lo spiegano i numeri: «Nei primi sei mesi del 2018 ci siamo occupati del 67,4% dei reati totali, il 50% di denunce e arresti sono stati eseguiti dall’Arma». Leccese, due figli, 49 anni, nell’Arma da 30, Solazzo torna in Emilia dopo aver comandato i carabinieri di Imola dal 1997 al 2000. Poi una lunga esperienza in Sicilia alla guida della caserma di Monreale, nei mandamenti dei boss di Cosa Nostra, e in seguito più incarichi al Comando generale di Roma. Solazzo, che oggi incontrerà il sindaco Merola, si dice «gratificato e orgoglioso» del nuovo incarico, ma non nasconde di «sentire di avere una grande responsabilità».
Montagnola e Pilastro
«Chiudere due accessi su otto non sarebbe un gran danno, la sicurezza riguarda più attori istituzionali La caserma? Dobbiamo essere lì»