Dybala si sveglia e spegne il Bologna
Troppa Juve per i rossoblù, puniti nei primi minuti. Saputo, summit per lo stadio
Dybala era in crisi ma si è svegliato proprio contro il Bologna, accendendo la Juve già nei primi minuti. Il suo gol e il raddoppio di Matuidi hanno incanalato una partita senza storia, nella quale i rossoblù non sono mai riusciti a entrare. Compito difficilissimo per Inzaghi, con il centrocampo dimezzato dagli infortuni e il turnover negli altri ruoli. A Torino c’era anche Saputo che oggi avrà diversi incontri con i suoi dirigenti anche sul tema stadio.
Un quarto d’ora accademico. TORINO Tanto è bastato alla Juve per mettere in ghiaccio la pratica Bologna. Nessun miracolo, è andata come da pronostico: 2-0 per i bianconeri e pensieri che volano alla sfide con l’Udinese per i rossoblù e col Napoli per la capolista. Il sottotitolo di ieri sera era questo, soprattutto per la squadra di Allegri però: evitare i patemi d’animo di Frosinone, gestire il match col minimo sforzo. Obiettivo raggiunto. Anche perché il Bologna messo in campo da Inzaghi — con qualche esperimento — non si danna l’anima per opporsi allo strapotere juventino. Anzi. Due erroracci difensivi e la strada è spianata.
Il Bologna si è rassegnato serenamente dopo il doppio svantaggio cercando solo di limitare i danni. Inzaghi in una partita quasi senza speranza ha confermato Krejci come interno (preferendolo a Orsolini, forse troppo offensivo) e pure di Dzemaili (ancora sottotono), quindi Mbaye esterno destro al posto di Mattiello, e infine la sorpresa Paz all’esordio come difensore di sinistra, della serie «prima o poi bisognerà pur vederlo all’opera». E l’abbiamo visto quando al 12’ con palla scoperta s’è perso in area Dybala e poi e andato addosso a Matuidi dimenticandosi la Joya che ha raccolto la respinta di Skorupski sul tiro del francese e ha insaccato incrociando alla perfezione sull’angolino opposto, unico pertugio lasciato libero dal portiere polacco. Insomma, robe da Paz. Il che non vuol dire bocciatura, ma quasi. Poco dopo sarà Calabresi a perdersi l’incursione di Matuidi che raccoglie un tiro dal fondo di Ronaldo (oh, c’è anche Cristiano) che attraversa la porta e di prima intenzione fa una carambola vincente con la traversa.
Fine del match, perché la superiorità tecnica e fisica dei bianconeri annichilisce anche i sogni. Ma c’è di più: la voglia, la determinazione, la fame che si respira in quelle maglie senza colore. La fotografia (il talento ha bisogno anche di umiltà e lavoro) è nella scivolata difensiva di Bentancur su Krejci vicino al proprio corner e la ripartenza palla al piede che pochi secondi dopo porterà al raddoppio la Juve. Un carattere che trasuda anche nelle giocate di Ronaldo, ora per la squadra ora per se stesso, sempre e fino al 90’. Trasferte utili per carpire qualcosa d’interessante da chi è più forte: i bianconeri da battere sono invece quelli di domani, l’Udinese.
Entrambe schierate col 35-2 era scontato che la Juve avesse il sopravvento, soprattutto se metti più cattiveria nei contrasti e sulle palle vaganti. Non c’è stata storia. Dopo l’uno due l’accademia è proseguita, gran palleggio per i bianconeri, diverse conclusioni che hanno esaltato Skorupski (due al 90’ su Emre Cian e una stupenda poco prima su Cancelo e su Ronaldo nel primo tempo), col Bologna ricco di assenze e infortuni in grado di costruire tre buone ripartenze ma sempre fino al penultimo passaggio con un Destro, purtroppo, mai in campo (meglio Okwonkwo in pochi minuti). Di Falcinelli e Krejci i due i tiri nello specchio di Perin che per bloccarli non si è neppure spettinato. Morale: ripassare fra un centinaio di milioni di fatturato.