«Freddo e pericoloso, così ha sviato le indagini»
Per il gip il killer 16enne ha agito con premeditazione. L’ordinanza: ha mentito per sviare i sospetti
«Giuseppe era coinvolto in traffici illeciti, ho saputo che aveva dei debiti con dei maggiorenni e l’ho visto spesso negli ultimi giorni con persone poco raccomandabili, a bordo di un’autovettura». Un castello di bugie costruito ad arte dal 16enne che ha ucciso Giuseppe Balboni per sviare le indagini.
Ecco la prima versione che il ragazzino dà ai carabinieri nei giorni della scomparsa del suo coetaneo di Ciano di Zocca, per allontanare le indagini da sé, mentre la famiglia Balboni, assistita dai legali Francesca Lamazza e Domenico Morace, cercava disperatamente il figlio. Per il gip Anna Filocamo anche questo tassello è «espressione di allarmante pericolosità sociale» del ragazzo ora rinchiuso nel carcere minorile del Pratello. Scrive il gip nell’ordinanza: «Ha avuto la capacità di tenere il segreto di quanto accaduto, conducendo una vita normale» e ha avuto «la lucidità di predisporre una linea difensiva», mentendo inizialmente «agli inquirenti e suggerendo agli stessi di percorrere piste investigative per allontanare i sospetti da sé». Il gip ritiene anche fondata l’aggravante della premeditazione, che la Procura aveva inizialmente contestato al momento del fermo, salvo poi farla cadere in udienza. La gip invece scrive nell’ordinanza che è corretta l’iniziale qualificazione giuridica fatta dalla Procura minorile: omicidio aggravato da futili motivi e dalla premeditazione, oltre che occultamento di cadavere.
La Procura per i minorenni ha disposto una perizia informatica su telefoni cellulari e altri supporti, mentre proseguono le ricerche dei carabinieri nei dintorni dell’abitazione di via Tiola a Castello di Serravalle, dove l’omicida ha detto di aver gettato sia il cellulare della vittima che il coltellino con cui l’avrebbe minacciato, ma per ora sono stati rinvenuti solo i bossoli esplosi. Non ha saputo dare spiegazioni, se non che era spaventato, per quell’eccesso di reazione che lo ha portato a sparare all’amico. Solo parziali ammissioni su un giro di piccolo spaccio tra lui e Balboni, tutto da dimostrare, «ma non ha ancora chiarito le reali motivazioni» scrive il gip.
Il 16enne ha agito come un criminale navigato, mostrando «facilità nel commettere crimini efferati». Non solo per le modalità con cui si è consumato il delitto, ma anche per «la condotta successivamente tenuta dal giovane, che, con sconvolgente freddezza e lucidità, senza farsi assalire dal panico, né dal rimorso, ha occultato il cadavere, agendo in pochi minuti». In meno di mezz’ora il 16enne ha sparato all’amico, ne ha nascosto il cadavere ed è andato a lavoro in anticipo per crearsi un alibi, come testimoniato dal datore di lavoro. A metà giornata è tornato a casa e ha fatto sparire lo scooter della vittima e suoi oggetti e ha ripulito le tracce di sangue.