Deficit, l’allarme delle imprese
Vacchi: «Siamo preoccupati, se ci saranno reazioni esterne dure serviranno correzioni»
Preoccupazione, di fronte a un indebitamento che cresce e alla reazione dei mercati. Il mondo economico dell’Emilia-Romagna lancia un allarme sulla manovra fiscale del governo. «Se la reazione esterna sarà dura serviranno correttivi», dice il presidente di Confindustria Emilia, Alberto Vacchi. Mentre il numero uno di Legacoop regionale, Giovanni Monti avverte: «Giusto pensare ai poveri, ma attenzione alla tenuta del sistema Paese». Dubbi anche dall’Alma Mater.
Alberto Vacchi Il debito è molto elevato e prima poi lo dovremo affrontare. Fare una manovra a deficit tocca questo tema in maniera inversa, ne fa dell’altro
Giovanni Monti È giusto intervenire sulla povertà, lo hanno già fatto sia il governo Gentiloni che la Regione Ma attenzione alla tenuta del sistema
Francesco Ubertini Preoccupante aumentare l’indebitamento, soprattutto se a questo non corrispondono investimenti a lungo termine
M5S e Lega
Dell’Orco: «Non ci sarà nessuno tsunami» Cestari: «I mercati? Capiranno la manovra»
Preoccupazione. Bastano quattordici lettere per riassumere lo stato d’animo del mondo economico emilianoromagnolo di fronte alla manovra fiscale del governo (con deficit al 2,4% per tre anni) e alla successiva reazione dei mercati: ieri Piazza Affari ha chiuso con un passivo del 3,7% dopo una giornata di passione. Ma Lega ed M5S, anche in regione, difendono la manovra «del popolo». E provano a tranquillizzare il mondo economico: «I mercati? Capiranno».
È stato Alberto Vacchi, presidente di Confindustria Emilia e numero uno di Ima, a comunicare ieri per primo l’apprensione che attraversa il mondo industriale. «Siamo preoccupati, vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, il tipo di reazione che potrebbe generarsi», ha detto Vacchi a margine di un convegno sulle buone pratiche di genere in azienda organizzato proprio dalla Ima di Ozzano. «Bisogna stare molto attenti e vedere di porre dei correttivi qualora la reazione esterna sia particolarmente dura», ha aggiunto il presidente di Confindustria Emilia, che ha criticato la scelta fatta dal governo gialloverde sul rapporto deficit-Pil. «Il tema del debito è molto elevato e prima poi lo dovremo affrontare. Fare una manovra a deficit tocca questo tema in maniera inversa, ne fa dell’altro». Il governo del cambiamento «rispetta sicuramente le aspettative del suo elettorato, ma che questa sia la ricetta... indubbiamente no». Adesso non resta che sperare. Nei correttivi, se necessari. Ma anche nella clemenza delle agenzie di rating. «Il rischio declassamento? Spero e mi auguro che non ci sia», ha concluso Vacchi. Preoccupazioni condivise dagli imprenditori ospiti ieri in casa Ima. Come Andrea Moschetti, presidente e ad della Faac, l’azienda di cancelli automatici di proprietà della Curia. «Le prime avvisaglie non sono sicuramente positive». Mentre Francesco Bernardi di Illumia, che ha definito «molto preoccupanti» i segnali arrivati dai mercati, confida già in futuri «correttivi».
Le coop, dal canto loro, non sono più serene. Il presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti, ha ribadito che non si parte dall’anno zero. «È giusto intervenire sulle povertà, dare più sicurezza alle persone e alle famiglie», ha sottolineato Monti, ricordando però che «lo hanno fatto sia il governo Gentiloni che la Regione Emilia-Romagna con il reddito di inclusione e con il reddito di solidarietà». Quindi va bene andare avanti in quella direzione, ma «occorre farlo all’interno di un quadro che non metta a rischio la tenuta del sistema Paese». Di preoccupazione si parla anche sotto i portici dell’Ateneo di Bologna, dove il rettore Francesco Ubertini ha ricordato ieri che «aumentare l’indebitamento è preoccupante, soprattutto se a questo non corrispondono investimenti a lungo termine, come la scuola, che è quella che garantisce il futuro ai nostri figli». Il sindaco Virginio Merola, invece, è stato più sarcastico. «Alla fine uno della Lega più uno del M5S ha prodotto 2,4%. Mi auguro che si pensi al bene del Paese: aumentare la spesa aumentando il debito — ha detto Merola — non è una bellissima idea, mi auguro che non ci siano reazioni dei mercati». L’assessore Matteo Lepore è stato più tranchant: «La manovra? Solo un pacco per le generazioni future».
Lega e M5S, dal canto loro, tengono la posizione e difendono le scelte di Roma. «Ansia da spread e mercati, invasione di cavallette, tsunami finanziario e tragedie. Io penso che non accadrà nulla di tutto questo», ha scritto il sottosegretario pentastellato Michele Dell’Orco. Mentre il deputato leghista Emanuele Cestari, che siede in commissione Bilancio, ha aggiunto: «Questa manovra servirà alla crescita, ne siamo convinti. E i mercati, una volta capita la realtà della manovra, reagiranno di conseguenza».