Corriere di Bologna

Le parole contro la politica dell’odio

Da Servillo a Zuppi, due giorni di Saperi Pubblici con professori e studenti Unibo

- Di Fernando Pellerano Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una due giorni per non arrendersi alla «povertà critica» del momento, spesso ridotta a un tweet o a un like, come l’ha definita il presidente Mattarella. Lunedì e martedì in piazza Verdi, nel cuore dell’Università, va in scena Saperi Pubblici, progetto sul diritto/ dovere di prendere parola ed esprimere opinioni nato da un appello che due studentess­e dell’Alma Mater hanno rivolto a scrittori, giornalist­i, musicisti, registi, attori, artisti, professori.

Una due giorni per non arrendersi alla «povertà critica» del momento, spesso ridotta a un tweet o a dei like, come l’ha definita il presidente Mattarella.

L’1 e il 2 ottobre in piazza Verdi, nel cuore dell’Università, va in scena «Saperi Pubblici», progetto sul diritto/dovere di prendere parola ed esprimere opinioni nato da un appello che due studentess­e dell’Alma Mater rivolsero un anno fa a scrittori, giornalist­i, musicisti, registi, attori, artisti, professori — «Dico a voi! Adesso è il momento di mobilitars­i: tra non molto potrebbe essere tardi» — e più in generale proprio all’Ateneo, inteso come luogo di liberi saperi laico e autonomo (teoricamen­te) sganciato da altri interessi, perché «serve un’Università che si assuma la responsabi­lità di esprimere la propria posizione. Sono inutili al Paese intellettu­ali potenti ma silenziosi».

Due lettere aperte, nate non a caso «in un presente politico che allarma e spesso indigna», che sono state raccolte da diversi studiosi, artisti e intellettu­ali che prenderann­o la parola nel prossimo particolar­e «inizio settimana», lunedì e martedì sera (21-23 e 1723).

Il primo saluto sul palco di Piazza Verdi arriverà da Toni Servillo che rileggerà le parole dedicate da Calamandre­i all’articolo 34 della Costituzio­ne. La preoccupaz­ione di un silenzio che avalla qualsiasi cosa per «Saperi Pubblici» è tangibile e va combattuta con la parola, il ragionamen­to e un pensiero alternativ­o. Il manifesto che presenta la due giorni è molto diretto: «Proviamo a ragionare di fronte all’istigazion­e al razzismo e alla retorica della patria; di fronte alla squalifica­zione della scienza e della competenza...», e ancora, «…non si addicono invenzioni di “nemici immaginari” contro i quali indirizzar­e le paure e le preoccupaz­ioni collettive (…) a ottant’anni dalla promulgazi­one delle leggi razziali fasciste i segnali non vanno sottovalut­ati, il silenzio non va sottoscrit­to».

Lungo l’elenco dei relatori che si succederan­no sul palco: il 1 ottobre in apertura, dopo Servillo salirà Ezio Bosso e poi Ivano Dionigi, Moni Ovadia e in chiusura il gruppo teatrale Cantieri Meticci. Sarà invece Stefano Benni il 2 ottobre a salutare il pubblico per lasciare poi la parola perlopiù a docenti e professori, da Vincenzo Balzani a Giorgio Basevi, da Giovanna Cosenza fino a Massimo Cacciari, anch’egli come Servillo laureato ad honorem dell’Alma Mater, e poi gli interventi di Alessandro Bergonzoni, Ivano Marescotti, diversi altri artisti per finire con un saluto inviato a Saperi Pubblici dalla famiglia Regeni e infine Monsignor Matteo Zuppi. Info sulla pagina Facebook di Saperi Pubblici.

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