Le parole contro la politica dell’odio
Da Servillo a Zuppi, due giorni di Saperi Pubblici con professori e studenti Unibo
Una due giorni per non arrendersi alla «povertà critica» del momento, spesso ridotta a un tweet o a un like, come l’ha definita il presidente Mattarella. Lunedì e martedì in piazza Verdi, nel cuore dell’Università, va in scena Saperi Pubblici, progetto sul diritto/ dovere di prendere parola ed esprimere opinioni nato da un appello che due studentesse dell’Alma Mater hanno rivolto a scrittori, giornalisti, musicisti, registi, attori, artisti, professori.
Una due giorni per non arrendersi alla «povertà critica» del momento, spesso ridotta a un tweet o a dei like, come l’ha definita il presidente Mattarella.
L’1 e il 2 ottobre in piazza Verdi, nel cuore dell’Università, va in scena «Saperi Pubblici», progetto sul diritto/dovere di prendere parola ed esprimere opinioni nato da un appello che due studentesse dell’Alma Mater rivolsero un anno fa a scrittori, giornalisti, musicisti, registi, attori, artisti, professori — «Dico a voi! Adesso è il momento di mobilitarsi: tra non molto potrebbe essere tardi» — e più in generale proprio all’Ateneo, inteso come luogo di liberi saperi laico e autonomo (teoricamente) sganciato da altri interessi, perché «serve un’Università che si assuma la responsabilità di esprimere la propria posizione. Sono inutili al Paese intellettuali potenti ma silenziosi».
Due lettere aperte, nate non a caso «in un presente politico che allarma e spesso indigna», che sono state raccolte da diversi studiosi, artisti e intellettuali che prenderanno la parola nel prossimo particolare «inizio settimana», lunedì e martedì sera (21-23 e 1723).
Il primo saluto sul palco di Piazza Verdi arriverà da Toni Servillo che rileggerà le parole dedicate da Calamandrei all’articolo 34 della Costituzione. La preoccupazione di un silenzio che avalla qualsiasi cosa per «Saperi Pubblici» è tangibile e va combattuta con la parola, il ragionamento e un pensiero alternativo. Il manifesto che presenta la due giorni è molto diretto: «Proviamo a ragionare di fronte all’istigazione al razzismo e alla retorica della patria; di fronte alla squalificazione della scienza e della competenza...», e ancora, «…non si addicono invenzioni di “nemici immaginari” contro i quali indirizzare le paure e le preoccupazioni collettive (…) a ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali fasciste i segnali non vanno sottovalutati, il silenzio non va sottoscritto».
Lungo l’elenco dei relatori che si succederanno sul palco: il 1 ottobre in apertura, dopo Servillo salirà Ezio Bosso e poi Ivano Dionigi, Moni Ovadia e in chiusura il gruppo teatrale Cantieri Meticci. Sarà invece Stefano Benni il 2 ottobre a salutare il pubblico per lasciare poi la parola perlopiù a docenti e professori, da Vincenzo Balzani a Giorgio Basevi, da Giovanna Cosenza fino a Massimo Cacciari, anch’egli come Servillo laureato ad honorem dell’Alma Mater, e poi gli interventi di Alessandro Bergonzoni, Ivano Marescotti, diversi altri artisti per finire con un saluto inviato a Saperi Pubblici dalla famiglia Regeni e infine Monsignor Matteo Zuppi. Info sulla pagina Facebook di Saperi Pubblici.