E quel maestro da 4.830 schemi
Con il Sassuolo si è vista finalmente la specialità di Inzaghi: «Non avevo avuto tempo per lavorarci». Il segreto? Un preparatore veneto (che oggi è alla Spal)
La partita di Reggio Emilia ha mostrato una caratteristica fondamentale delle squadre allenate da Filippo Inzaghi: la varietà e l’efficacia sulle palle inattive. Entrambi i gol segnati al Sassuolo sono arrivati così ed in particolare da calcio d’angolo – il primo sugli sviluppi successivi, il secondo in modo diretto – così come da corner era arrivato l’1-2 di Santander che aveva riaperto Bologna-Torino. «Non ho avuto ancora tempo per lavorarci, avendo altre priorità» aveva detto l’allenatore meno di un mese fa: ora lo ha fatto e i risultati si vedono, come accaduto nel suo biennio a Venezia.
Lì ebbe il maggior numero di gol segnati su palla inattiva dell’intera Lega Pro al primo anno e in serie B viaggiò a lungo a cavallo del 50% del fatturato offensivo con reti da palla ferma: in rossoblù già tre gol su otto arrivati da questa specialità. Il primo contro il Torino è arrivato in modo tutto sommato classico: corner dalla destra di Orsolini, taglio di Palacio sul primo palo, girata di testa, palla che picchia sul montante e tap-in di Santander. Domenica al Mapei Stadium, invece, si sono visti almeno cinque schemi diversi, tre dei quali nei primi cinque minuti. Corner dopo 30 secondi: Pulgar tocca basso e corto per Palacio che esce, gli va incontro e gira palla indietro appena fuori area per Orsolini che calcia al volo. Sul corner seguente batte Pulgar e pesca direttamente Svanberg vicino al gomito sinistro dell’area con un rasoterra all’indietro: stop e tiro, poi sugli sviluppi arriva lo 0-1. Al 5’ corner da destra: scambio corto a due tra Orsolini e Pulgar, l’ascolano col mancino crossa forte e teso a rientrare cercando i sei uomini che Inzaghi piazza sempre in area (con Svanberg fuori area per il tiro e Poli «ultimo»), pescando Santander che di testa colpisce il palo anticipando anche