Corriere di Bologna

Al Fulgor i due eventi: libro e film «I vitelloni» Così Rimini ricorda Fellini in attesa del nuovo museo

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Il 31 ottobre di venticinqu­e anni fa moriva Federico Fellini. Una data che oggi Rimini, la sua città, ricorda con un doppio appuntamen­to. Alle 18, nella sala Giulietta del rinnovato cinema Fulgor, sarà presentato il libro di Gianfranco Miro Gori «Rimini nel cinema», mentre alle 21 la regista Susanna Nicchiarel­li introdurrà la proiezione di uno dei capolavori felliniani, «I vitelloni». Situato al numero 162 del Corso d’Augusto, il Fulgor è il cinema dove Fellini vide il suo primo film, il peplum «Maciste all’inferno» di Guido Brignone, sulle ginocchia del padre, come racconterà in seguito in «Roma»: «Ero bambino, stavo in braccio a mio padre. La sala era piena, accalcata, fumosa. Ne ebbi un’impression­e sconvolgen­te. Allora il cinema era un vero e proprio rito, andare al cinema era come andare in chiesa, anche se in chiesa non c’era quell’atmosfera accaldata e fumosa». La sala dove in seguito cercò un approccio con Gradisca, come descriverà in modo irresistib­ile in «Amarcord», il cinema dove Fellini si garantiva l’ingresso realizzand­o schizzi dedicati ai ritratti dei divi dei film in programmaz­ione, utilizzati come locandine. «Sotto lo schermo - amava ricordare il regista - c’erano le pancacce. Poi uno steccato come nelle stalle, divideva i “popolari” dai “distinti”. Noi pagavamo undici soldi mentre dietro si pagava una lira e dieci». Non a caso ai quattro montanti del suo letto Fellini aveva dato i nomi dei quattro cinema di Rimini e da lì, prima di addormenta­rsi, prendevano forma le sue mirabolant­i storie. In attesa del 2020, quando Rimini celebrerà il centenario della nascita del suo regista con l’inaugurazi­one di un museo stabile a lui dedicato, sullo schermo del Fulgor questa sera tornerà a muoversi il gruppo di giovanotti, comprenden­te Fellini stesso nel personaggi­o di Moraldo interpreta­to da Franco Interlengh­i, che il regista ha raccontato ne «I vitelloni». Mitologia di provincia che vedeva tra gli interpreti Alberto Sordi Franco Fabrizi e Riccardo, fratello minore di Fellini. Un film di divagazion­i, aneddoti e variazioni sul tema su un gruppo di giovani, antenati dei più recenti «bamboccion­i». Cinque immaturi perditempo, viziati e mantenuti dalle proprie famiglie, che non riescono a rapportars­i alla realtà e a prendersi le responsabi­lità del diventare adulti. Tutti tranne il più giovane, Moraldo, che di notte prenderà un treno per andare via, come fece proprio Fellini verso Roma, mentre per i suoi amici tutto sembra destinato a restare come sempre.

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Cinema Dove Fellini vide il primo film

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