Certosa piena di crepe, oggi il ricordo dei defunti
Lo stato del cimitero, con l’area monumentale più compromessa di quella nuova
Un giorno dei morti fra degrado, incuria, transenne ed escavatori parcheggiati a caso per chi oggi andrà in Certosa.
La situazione di incuria e degrado non è la stessa di qualche anno fa, ma al cimitero della Certosa, ancora oggi, i problemi non mancano. E sarà facile notarlo anche in questa giornata di commemorazione dei defunti.
Crepe sui muri e per terra, calcinacci, transenne e croci cadute forse a causa del maltempo che ha colpito Bologna negli ultimi giorni. Tutto questo nella parte nuova del cimitero. In quella storica, invece, le cose vanno anche peggio. Tra foto sbiadite, polvere, scritte illeggibili e aloni di umidità, qui le transenne sono ancora di più. Così come le crepe, i pavimenti dissestati e alcune tombe di famiglia che appaiono decisamente abbandonate da tutti, familiari e manutentori. Ce n’è persino una, a terra, che si presenta letteralmente sfondata. Difficile capire cosa sia successo, tra l’altro proprio a pochi metri dalle tombe di Giosuè Carducci e Lucio Dalla. Quasi impeccabili, almeno per loro due, le condizioni in cui si trovano per l’eterno riposo. E quasi impeccabile è anche una delle zone che più affascinano i visitatori del cimitero fondato nel 1801 riutilizzando le strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 (e poi soppresso nel 1796): il monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Il colpo d’occhio è notevole e lo sarebbe ancora di più se, lasciandosi alle spalle proprio la tomba di Carducci e volgendo lo sguardo verso la cupola azzurra che sovrasta lo stesso monumento, non ci fossero dei bagni chimici di color rosso a spezzare l’armonia di una vista altrimenti spettacolare. Ma meglio tenerli, quei wc: possono sempre servire.
Decisamente fuori luogo, invece, sono le macchine scavatrici parcheggiate qua e là. A caso. Anche quelle sono certamente utili in un posto del genere, ma quando non utilizzate forse sarebbe meglio tenerle altrove, e non vicino alle sepolture. Alla vigilia del 2 novembre è stato facile ritrovarsele spesso di fianco a questa o quella lapide, mentre oggi non è detto siano rimaste in bellavista, considerato l’afflusso di gente sicuramente più alto del solito, nonostante il ponte a disposizione abbia probabilmente spalmato su più giorni gli accessi al cimitero della Certosa. Un cimitero storico, tra i più antichi d’Europa e unico per la scultura e l’architettura del XIX e del XX secolo. Un luogo speciale per chi va a trovare un caro defunto e per chi sa apprezzarne il valore monumentale, ma con diverse zone che necessitano davvero di maggiore attenzione. Come detto, rispetto al passato pare che le cose siano comunque leggermente migliorate: chissà che fra un anno non si arrivi alla giornata dedicata ai defunti senza più transenne e senza più calcinacci per terra.