Addio a Roberto Canditi, nerista storico del Carlino
Si è spento a 72 anni. Una vita al «Resto del Carlino», ha raccontato il ‘77 e i delitti più noti
È morto a 72 anni Roberto Canditi, storico nerista del Carlino, che ha raccontato il ‘77 e i più grossi delitti degli ultimi decenni.
Era uno degli ultimi grandi cronisti di «nera». Roberto Canditi ha raccontato Bologna fra malavita, terrorismo, ingenuità e crudeltà. È morto a 72 anni, al Sant’Orsola. Era nato a Bussi sul Tirino, Pescara e aveva cominciato come studente e correttore di bozze, professione che non esiste più.
Con Gianni Leoni è stato per decenni a Il Resto del Carlino. Fra palazzi e stradine, hanno costituito una coppia storica, maestri di quelli che sono partiti a fare i giornalisti da questure e tribunali, delinquenti veri e balordi, poliziotti veri ed insieme eroi da film (il futuro prefetto Mario Jovine fu interpretato come commissario da Tomas Milian, con Gian Maria Volontè e Don Backy banditi), grandi omicidi e truffe quotidiane. Appaiono in Fiori alla memoria, libro di Loriano Macchiavelli. Leoni il dolce, Canditi il duro: bloccò a fine anni 70 due terroristi rapinatori. È stato vice capocronista, vice caporedattore, capo a Imola. Ha scritto un libro sull’omicidio di Francesca Alinovi, la docente del Dams; era in piazza dopo il marzo ‘77; in stazione il 2 agosto 1980; negli elenchi degli obiettivi di terroristi neri e rossi. Suo è l’articolo con cui il Carlino anticipò, nella notte fra il 13 e 14 marzo ‘77, «I carri armati all’Università»: i blindati dei carabinieri per fermare gli studenti in rivolta dopo l’uccisione di Francesco Lorusso. Era stata assaltata l’armeria di via Castagnoli e Francesco Cossiga, ministro dell’Interno, decise le maniere forti. «Direttore, faccio intervenire i blindati dell’Arma: se crede, pubblichi la notizia» telefonò la notte del 13 marzo al direttore del Carlino, Franco Di Bella. Canditi, che seguiva dall’11 marzo gli scontri, cambiò l’inizio dell’articolo. A mezzanotte le prime copie erano nelle edicole. Alle quattro di mattina arrivarono i blindati, i rivoltosi avevano abbandonato le barricate. Canditi lascia la moglie Lucilla, il figlio Alessandro, i nipoti. I funerali si svolgeranno in forma privata.